Inter, da titolare indiscusso a oggetto misterioso: la parabola discendente di Pazzini

Giampaolo Pazzini - Getty Images

INTER, LA PARABOLA DISCENDENTE DI PAZZINI / MILANO – In questa stagione sono tanti, se non tutti, i giocatori che hanno profondamente deluso le attese: uno più di tutti è stato senza dubbio Giampaolo Pazzini. L’attaccante nerazzurro è passato in pochi mesi da centravanti del presente e del futuro dell’Inter, a costante riserva, da Gasperini a Stramaccioni, passando per lo stesso Ranieri.

28 GENNAIO 2011 – E’ il giorno dell’ufficialità del suo trasferimento dalla Sampdoria all’Inter. E’ soprattutto un giorno speciale per il Pazzo, finalmente il suo sogno di giocare per un grande club si avvera. La sua avventura inizia nel migliore dei modi, ben prima dell’esordio a San Siro. L’allora uomo-spogliatoio (nonché giocatore, ndr), Marco Materazzi, battezza il suo approdo alla Pinetina con toni entusiastici: “Pazzini è uno che non ha paura del sottoscritto, quando è in campo dà battaglia a giocatori come Samuel, Cordoba e Zanetti”. Non c’è che dire, quale accoglienza migliore sarebbe potuta capitargli? Beh, l’esordio sul campo di San Siro va ancora meglio: subentra nel secondo tempo, quando la squadra di Leonardo è sotto per 2-0 contro il Palermo di Pastore.In poco più di mezzora cambia le sorti della gara, realizzando prima una meravigliosa doppietta, e poi guadagnandosi un prezioso rigore, siglato da Samuel Eto’o. In pochi minuti Pazzini diventa l’erede indiscusso di Diego Milito, che nel gennaio scorso veniva considerato da molti, se non tutti, un giocatore al tramonto della carriera. La stagione del centravanti nerazzurro prosegue nel migliore dei modi, tanti gol importanti e soprattutto la conquista della piena fiducia di tutto l’ambiente interista, Moratti in primis.

ADIEU LEONARDO – L’abbandono del brasiliano alla panchina nerazzurra, apre una falla all’interno dello spogliatoio nerazzurro, stravolgendo totalmente le gerarchie che si erano venute a instaurare durante il corso della stagione. Pazzini con l’avvento di Gasperini, e del suo chiodo fisso chiamato 3-4-3, lo accantona definitivamente, preferendogli l’acciaccato Principe, che comqunque incominciava a dare segnali di risveglio. Salta Gasp, e arriva Ranieri: con il testaccino le cose all’inizio sembrano cambiare, subito in gol nel 3-1 di Bologna e nella successiva trasferta di Champions League contro il Cska Mosca. I primi gol dell’era Tinkerman sono però solo un fuoco di paglia. Qualche acciacco fisico di troppo e una bassa fiducia di tutto l’ambiente lo relegano ai margini della squadra, fatta eccezione per alcune apparizioni ininfluenti per le vittorie della Beneamata.

FUTURO – Ufficialmente, ma forse nemmeno ufficiosamente, Pazzini non è sul mercato, anche se il suo malcontento, seppur indirettamente, incomincia a mostrarsi. Il Pazzo ha tanti estimatori in Italia e in Europa, ma il primo fra tutti che lo stima è il presidente Massimo Moratti. Il numero uno nerazzurro crede nel suo bomber, a ragion veduta, visto che il ragazzo nato a Pescia compirà solamente 28 anni ad agosto. Lotito, il suo mentore Leonardo direttamente da Parigi, o il Liverpool, tutte destinazioni possibili per il mercato, o fantamercato. Realisticamente l’Inter difficilmente se ne priverà, Milito sta disputando una grande stagione, ma l’età è quella che è: il centravanti del presente e del futuro deve e dovrà essere Pazzini, basterà solo dargli più fiducia

 

Raffaele Amato

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