Inter, lo ‘sviluppatore’ di Pinerolo: segnali per il futuro

Marco Fassone - Getty Images

INTER MARCO FASSONE RIVOLUZIONE MORATTI / MILANO – In diciassette anni di presidenza, Massimo Moratti non aveva mai preso una decisione di questo tipo. L’arrivo di Marco Fassone nell’organigramma dirigenziale dell’Inter è un segnale importante e contrastante con la storia del club, soprattutto con la gestione del numero uno della Saras. Anche perché, l’ufficialità del nuovo dg coincide con le dimissioni di Ernesto Paolillo, uomo fidato del leader maximo, che nel corso di questi ultimi anni ha svolto spesso e volentieri il ruolo di portavoce del presidentissimo, nonché – e con buonissimi risultati – quello di supervisore del settore giovanile. Proprio per questo, Fassone rappresenta la voglia di cambiamento di Moratti, che dalla pessima gestione di Ranieri ha capito che per tornare a primeggiare in Italia e in Europa, serviranno grandi rinnovamenti, in primo luogo a livello dirigenziale, vero tallone d’achille del club, in particolare negli ultimi due anni. Dall’idea Stramaccioni, tanto criticata e poi idolatrata da tutta la stampa nazionale – nel classico malcostume italiano – al nuovo acquisto ‘giacca e cravatta’, tra l’altre cose ex dirigente di Juventus e Napoli. Fassone rappresenta il massimo per l’Inter in questo momento. Il top dei manager per ciò che concerne lo sviluppo del marchio nerazzurro, e del brand commerciale con Indonesia e Cina, senza escludere l’ingresso in scena di altri Paesi del globo terrestre, visto il grande numero di fan nerazzurri sparsi qua e là. E’ il manager che i tifosi interisti chiedevano a gran voce da tanto tempo: è l’organizzatore che tanto mancava alla società nerazzurra, oltreché lo sviluppatore di tutto ciò che ha, e che avrà a che fare, con l’Inter.

Nato a Pinerolo 48anni fa, dodici anni alla ‘Ferrero’, uno alla ‘Galbani’, sempre e comunque nelle vesti di Business Developer Manager. Tre paroloni che rispondono a un’unica domanda: “Vuoi sviluppare il tuo prodotto?”, beh allora chiama Fassone. Uomo marketing nella Juventus dal 2003 fino al 2010, costruzione del nuovo stadio – guarda caso uno degli obiettivi futuri di Moratti (rileggi qui) –  e creazione del primo fans club bianconero nella lontana e immensa Cina. Dal 2010 fino a pochi giorni fa, direttore generale del Napoli, club che ha aiutato nella crescita organizzativa e gestionale, pur lavorando fianco a fianco con De Laurentiis, un presidente tuttofare e accentratore, fac-simile del suo amico d’affari – per ora solo a vantaggio del patron dei partenopei – Massimo Moratti. Ora l’Inter, una nuova avventura, stimolante ma complicata allo stesso tempo. Quattro anni di contratto e, si presume, ampi poteri sul fronte commerciale, con il primo obiettivo di far aumentare le partnership con aziende straniere, e con investitori asiatici, i maggiormente interessati, a quanto sembra, a instaurare una proficua collaborazione con la Beneamata. All’orizzonte si intravede un domani roseo per la società di Corso Vittorio Emanuele e per i suoi tifosi: l’arrivo di Stramaccioni – è giusto ribadirlo – è stato il preludio all’innovazione e al cambiamento di mentalità di tutto l’ambiente nerazzurro. Che sia la volta buona per ripartire. Buoni segnali per il futuro ci sono, indubbiamente.

 

Raffaele Amato

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