Calcioscommesse, avviso di garanzia per Ranocchia: frode sportiva l’ipotesi di reato

Andrea Ranocchia (Getty Images)

CALCIOSCOMMESSE RANOCCHIA FRODE SPORTIVA / MILANO – Fulmini e tempesta su Andrea Ranocchia. Il difensore non è partito insieme ai suoi compagni per Spalato, dove stasera l’Inter giocherà il preliminare di Europa League – all’inizio si pensava per un problema fisico – perché ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura Federale in merito allo scandalo delle scommesse. Come riporta il ‘Corriere dello Sport’, il giocatore sarà interrogato domani insieme al factotum Iacovelli, uno dei principali protagonisti dello scandalo. Ranocchia dovrà rispondere alle accuse lanciategli da Andrea Masiello per la partita Salernitana-Bari del 23 maggio 2009 terminata con il risultato di 3-2 per la squadra campana. L’ipotesi di reato per il nerazzurro è la frode sportiva, il giocatore rischia quindi 3 anni di stop. Sulla vicenda calcioscommesse, il difensore umbro è stato già ascoltato dalla Procura lo scorso 16 luglio. Ecco uno stralcio del verbale della sua audizione (riportato su ‘La Gazzetta dello Sport’):

P.F. – “Conosce il sig. Iacovelli Angelo (ex factotum del Bari, ndr)?”

A.R. “Sì. Ho conosciuto Iacovelli al mio arrivo a Bari perché presentato da altri colleghi. Lui si è proposto per risolvere qualche piccola incombenza così come aveva fatto per altri compagni, quali lavare la macchina o andare a prendere all’aeroporto dei miei ospiti. Il rapporto si è consolidato, ma non a livello di amicizia”.

P.F. “Intrattiene ancora contatti con il sig. Iacovelli?”
A.R. “Andato via da Bari ho continuato a sentirlo per telefono. Dopo quanto accaduto ho interrotto qualsiasi rapporto con lui.

P.F. “Ha mai prestato soldi al signor Iacovelli?”
A.R. “Sì, effettivamente ho dato dei soldi a Iacovelli. La circostanza si era presentata quando nel corso di un contatto telefonico mi aveva chiesto di aiutarlo perché aveva un problema di salute molto serio. Preciso che non mi ha chiesto soldi, ma io ho ritenuto di inviargli per vaglia postale la cifra di mille euro. Lui mi ringraziò calorosamente. Successivamente, quando ci trovavamo in ritiro a Bari, si è presentato richiedendomi di nuovo soldi per lo stesso motivo. In quell’occasione gli ho dato circa 500 euro, ovvero tutto quello che avevo con me. Ulteriormente ho ricevuto una sua nuova comunicazione in cui mi chiedeva altri soldi . Siccome era la terza richiesta ho pensato di chiamare Bonucci per verificare se tali richieste erano state fatte anche a lui. Quest’ultimo mi confermava di avere avuto anche lui delle richieste di denaro, aggiungendo che effettivamente si trattava dello stesso problema sanitario».

 

R.A.

 

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