Inter, idee e intelligenza: le trasformazioni di Stramaccioni

Andrea Stramaccioni (Getty Images)

INTER, IDEE E INTELLIGENZA BRAVURA DI STRAMACCIONI / MILANO – Quanto possa contare un allenatore in una squadra se lo domandano in molti. Poco, forse. Quello che fa meno errori è il più bravo. In questo senso, l’impatto e le capacità di Andrea Stramaccioni si stanno rivelando col passare del tempo sempre più determinanti e ampie. Il tecnico romano, da pochi mesi alla guida dell’Inter, ha cambiato pelle ai suoi calciatori, passando da un’idea di gioco a un’altra, da un tipo di modulo a uno completamente differente. Ha iniziato la sua avventura col 4-2-3-1, valorizzando nei primi impegni un calciatore discontinuo come Zarate. In estate ha deciso a tavolino di proseguire sulla stessa strada, fino a quando ha capito che il mercato operato dalla sua dirigenza  avrebbe dovuto dirottare le sue intenzioni e i suoi schemi su ben altro. Ecco, quindi, il 4-3-2-1, modello “b” del classico 4-3-1-2. Col trequartisa unico dietro le due punte, evolutosi poi con l’ingresso di Cassano, divenuto in poco tempo il punto fermo della sua Inter.

IL CORAGGIO DI CAMBIARE – Le prime uscite stagionali hanno messo in evidenza tutti i limiti della difesa a quattro e di un reparto offensivo composto esclusivamente da calciatori poco propensi al sacrificio in fase di non possesso. Le buone prove offerte in trasferte si sono scontrate con quelle casalinghe, dove la squadra ha mostrato palesi difficoltà contro avversari di modesto livello. Gol subiti a catinelle, malgioco e lentezza di manovra. Peggio di così non si poteva. Ma Strama si è dimostrato intelligente e pieno di idee. La voglia di invertire la rotta ha preso il sopravvento dopo la debacle interna contro il Siena, allora ultima in classifica. Il k.o. di ‘San Siro’, già il terzo in questo scorcio di stagione, ha fatto scattare la molla decisiva: il coraggio di cambiare ha preso così definitivamente il sopravvento su quell’idea fissa iniziale. Dalla difesa a quattro, è passato con decisione a quella a tre.

IL NUMERO PERFETTO – Tre è il numero scelto da mister Strama per rilanciare in grande stile la sua squadra. Con la difesa a tre, l’Inter è apparsa, sia contro il Chievo che con la Fiorentina, molto più coperta ed aggressiva, il tutto agevolato dalle prestazioni dei singoli. Cambiasso con Gargano, Ranocchia con Juan Jesus e Samuel, hanno garantito a Verona e al ‘San Siro’ una maggior quadratura e una superiore protezione degli undici schierati in campo. Con il modulo 3-5-1-1, l’allenatore ha potuto contare su un blocco massiccio nella fase difensiva largamente superiore al passato, cioè quando era uso e consuetudine la linea a quattro. Con quella a tre, in fase di ripegamento e di attesa nella propria metà campo, l’Inter difende a cinque, grazie al super lavoro degli esterni. Pendolari delle due fasce dal primo al novantesimo minuto. Il centrocampo è l’altra variante studiata da Stramaccioni. Col Chievo ha utilizzato cinque centrocampisti, ieri quattro. Lanciando dal primo minuto Coutinho: il brasiliano, contro la Fiorentina si è posizionato fra le due linee della squadra viola, disturbando la loro manovra e sostendendo la trama offensiva coi suoi compagni di reparto, Cassano e Milito. Il fantasista ha fatto da collante, dando modo e spazio a Gargano e Cambiasso di proteggere senza altri gravosi compiti un’intera difesa. Andata in difficoltà solo in qualche raro frangente.

Strama ha osato contro il suo amico Montella, indovinando tutte le mosse. A dimostrazione che, i nerazzurri possono reggere tranquillamente tre interpreti offensivi, a patto che almeno uno di questi dia un po’ di manforte nella fase difensiva. Coutinho ha fatto il suo, Cassano il resto. L’ex rossonero è la ciliegina sulla torta del nuovo modulo del tecnico interista. In attesa di uno Sneijder veramento dedito alla causa. Con meno spocchiosità e maggior abnegazione, anche l’olandese potrebbe reinserirsi nella fresca Inter. Altrimenti, in panchina lo spazio non manca.

 

Raffaele Amato

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