Inter, gli “intoccabili” di Stramaccioni

Cassano e Stramaccioni esultano per la vittoria del derby (Getty Images)

INTER, GLI INTOCCABILI DI STRAMACCIONI / MILANO – Chi si aspettava una rivoluzione sarà rimasto profondamente deluso. L’avvento di Andrea Stramaccioni sulla panchina dell’Inter fece fare i salti di gioia ai presunti promotori – a parole son tutti bravi – di una maggiore valorizzazione dei giovani, e quindi del vivaio. Che vince a tutti i livelli, senza però prestare alla prima squadra qualche giocatore di buon livello. Fatta qualche rara eccezione. Il tecnico romano, trentasei anni, ma profondo studioso del calcio di un tempo, ecco spiegato l’utilizzo di Cambiasso da centrale nella difesa a tre, in pratica come il libero di un tempo – che impostava e contrastava – non è uno sprovveduto, o almeno non si è dimostrato tale fino a questo punto della stagione. Ha messo da parte le belle e velleitarie intenzioni impostando il nuovo corso sulla conferma del blocco argentino, con l’aggiunta della sorpresa Nagatomo, dodici presenze, e del rivitalizzato Ranocchia, stesso numero di partite del giapponese. Alla solidità dei senatori, quelli rimasti dopo la notte dei lunghi coltelli ordinata da Moratti, ha integrato Antonio Cassano. Risvegliatosi dal torpore di Milanello, tornato a sorridere e a far gol – il che non è poco – come mai accaduto nella sua carriera. Ovvio che quando si parla di lui, tutto viene amplificato. Sia se gioca bene, sia se non rende come dovrebbe. In questo scorcio di stagione ha lavorato per la squadra, migliorando di partita in partita. La forma fisica non è ancora perfetta, in questo la sosta e la non convocazione in Nazionale potrebbero giovarlo. FantAntonio ha colmato il più delle volte la sbadataggine di Milito, inconcludente fino a ora, e tra l’altro impiegato quasi sempre da Stramaccioni. Il Principe è un altro degli “intoccabili“, di quella vecchia guardia che ancora una volta sta tenendo su la baracca nerazzurra. L’ossatura è quella, al di là del modulo. Nel derby, ad esempio, la spina dorsale era composta da Samuel, centrale della difesa a tre, Cambiasso in mediana – affiancato da Gargano – e Milito punta unica davanti a Coutinho e Cassano. Stramaccioni ha usato i vecchi ingredienti per ricostruire la sua Inter, affiancando ad essi due o più nuovi aromi per spezzare gli antichi sapori. Ma la sostanza è rimasta la stessa. Per il terzo posto queste scelte potrebbero bastare, per qualcosa di più probabilmente no.

 

Raffaele Amato

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