Inter, la spensieratezza dei grandi

Andrea Stramaccioni (Getty Images)

JUVENTUS-INTER STRAMACCIONI MAROTTA SCUDETTO/ MILANO – Marotta ci aveva provato ad accendere la miccia, il guardialinee Preti ha poi fatto il resto, non annullando il gol del momentaneo vantaggio bianconero, l’azione che ha portato alla rete di Vidal era viziata da un evidente fuorigioco iniziale. L’Inter non si è lasciata certo intimorire, anzi, da quel momento in poi ha preso la partita in mano, concedendo agli avversari qualche contropiede – legittimo – ma sporadico. Possesso palla, avanzamento perpetuo degli esterni. I restanti minuti del primo tempo sono stati caratterizzati da un predominio tattico e territoriale sorprendente, devastante per la spocchiosa e irridente Juventus. La manovra troppo complessa, eccessivamente elaborata ha creato poco scompiglio a l’allegra compagnia capitanata da Barzagli e Bonucci. Palacio di rapina ha agguantato il pareggio con un preciso colpo di testa, ma il guardialinee opposto ha annullato per un fuorigioco di qualche millimetro. Vista a raggi X. Cassano l’uomo più pericoloso, il più temuto dalla Juventus: spesso triplicato, ma per fortuna che sulla sua zona ha transitato come un treno ad alta velocità lo scoiattolo Nagatomo, una delle anime della squadra nerazzurra. La ripresa è strapotere Inter:  Milito su rigore realizza il pari, poco dopo il raddoppio e, di conseguenza, il due a uno grazie a l’incursione di Fredy Guarin entrato al posto dello stanco FantAntonio. Il colombiano ha spaccato in due la retroguardia delle zebre, tirando una sassata rasoterra dove il povero Buffon respingendo ha deviato la palla sui piedi del principe che implacabilmente ha ritrafitto la sua porta. Apoteosi interista, Juve annichilita e sbeffeggiata nel giro di un quarto d’ora. La partita è finita in quell’istante. A nulla son servite le mosse di Alessio diretto da sua altezza Conte da qualche cofanetto dello ‘Stadium’. Bendtner è entrato solo a far danni, Giovinco è sembrato un bambinetto al primo giorno d’asilo. Fuffa, polvere di stelle, ventisette o trenta, all’universo calcistico non interessa. Palacio ha poi chiuso con un facile tap-in una serata magica, una notte, questa per davvero di stelle.

E’ la vittoria del grande, della spensieratezza di Andrea Stramaccioni. Intesa come virtù: tre punte dall’inizio, come a volersela giocare fin da subito, senza timori reverenziali per una signora vecchia e presuntuosa. E’ il successo di chi ha voluto e saputo osare, del coraggio di una squadra finalmente tale. Un’altra, probabilmente dopo il danno e la beffa iniziale sarebbe crollata come neve al sole, come un pugile suonato. L’Inter ha avuto la forza di superare se stessa, le preoccupazioni della vigilia, l’ansia del grande appuntamento. Sbattendo in faccia con arroganza e cattiveria una superiorità schiacciante per lunghissimi tratti della partita, vincendo lì dove nessun altro ci era riuscito. Titoli di coda al record d’imbattibilità bianconero, il resto è storia recente. Quella che stan scrivendo nuovamente gli ex bolliti Zanetti, Samuel, Cambiasso e Milito. Il gruppo antico e quello nuovo dell’Inter, formato da Juan Jesus, Gargano e Cassano, forgiato magicamente da un condottiero permaloso ma bravo. Lo spensierato di successo, ma per rispetto non chiamatelo più Mourinho. Ma semplicemente Andrea Stramaccioni.

 

Raffaele Amato
@raffaeleamato_ 

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