Inter, l’uomo che non ti tradirebbe mai: “Quello che serve alla società è…”

Javier Zanetti (Getty Images)

INTER, PARLA JAVIER ZANETTI FUTURO DIRIGENTE / MILANO – Impossibile non emozionarsi quando a testa bassa corre e smarca come birilli i suoi avversari. Emozione che, siam sicuri, tocca o sfiora anche chi non è e mai sarà un tifoso dell’Inter. Parte il capitano, gli anni passano? Ma che ci importa, con quel fisico avrebbe potuto spaccar legna e pietre. Fortunatamente per noi, Zanetti tanti anni fa ha deciso di intraprendere la carriera da calciatore. A Milano è approdato quando ancora era un ragazzo, una busta fra le mani contenente un paio di scarpe per giocare, potrebbero lasciarmi scalzo, avrà pensato allora. Dal 1995 a oggi, diciassette anni, il tramonto è arrivato anche per lui, ahi noi: “Come allenatore proprio non mi ci vedo – ha confidato Zanetti al settimanale ‘Sportweek’ – In futuro mi vedrei bene come dirigente, magari vicino alla squadra che tanto amo, fin dalla prima partita col Vicenza”. Il capitano, che ha vinto il premio ‘Giacinto Facchetti, il bello del calcio’, assegnatogli dalla ‘Gazzetta dello Sport’, immagina un suo domani calcistico-dirigenziale sulla stessa lunghezza d’onda della nuova carriera intrapresa dal suo amico nonché ex compagno Ivan Cordoba, ora team manager: “Sono molto contento per Ivan, meritava di proseguire con la famiglia nerazzurra – ha sottolineato – E’ sempre disponibile, l’uomo giusto al momento giusto”. Anche per i tifosi è un bel segnale, un punto in più sotto il profilo dell’immagine per la società: “All’Inter servono e serviranno persone in grado di rappresentare la sua storia con onore e con amore verso la maglia”. Posta spedita, mittente Zanetti, destinatario Massimo Moratti.

 

Raffaele Amato

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