Mercato Inter, 131 anni in quattro

Cassano, Milito e Palacio (Getty Images)

CALCIOMERCATO INTER REPARTO OFFENSIVO / MILANO – 35, 34, 31 e 31. Non vi spaventate, non stiamo dando numeri a caso, né abbiam bevuto qualche ‘bicchierino’ di troppo; siamo astemi, forse. I numeri sopraelencati in realtà rappresentano l’età dei quattro moschettieri che compongono il reparto offensivo a disposizione di Stramaccioni. Sommandoli, fanno 131 anni. E’ arrivata l’ora, quindi, ma non per tutti, di cambiare, di svoltare, di abbandonare l’isola felice e lussuriosa chiamata Pinetina per prendere il volo verso altre mete, meno ricche e più consone all’inarrestabile avanzar dell’età. Il più ‘vecchio’ dei fantastici quattro è Tommaso Rocchi (35 anni), approdato a gennaio per assumere il ruolo di vice-‘Principe’: operazione fallimentare, almeno per il momento. Appelliamoci alla divina provvidenza. Contratto in scadenza a giugno, il rinnovo una chimera.

L’altro ‘anzianotto’ è Diego Milito, 34 anni il prossimo 12 giugno. L’argentino, una star nell’anno del Triplete, è ora alle prese con dei misteriosi problemi al ginocchio sinistro. I maligni, sempre di più quando le cose non vanno bene, pensano che dietro alle defezioni del bomber di Bernal si nascondino problemi ben più gravi (di non sintonia) con la società nerazzurra, alle prese, ancora, col taglio degli ingaggi sfarzosi, tra questi il suo (10 milioni lordi). Milito potrebbe lasciare a giugno, magari facendo ritorno in Argentina, anche se il suo contratto scadrà fra un anno e mezzo (nel 2014). Un po’ più giovani, Cassano e Palacio. ‘Fantantonio’ ne compirà 31 il 12 luglio, il suo rendimento da ottobre in poi è stato negativo: troppo lento nelle giocate, e nella testa. E assai svogliato nell’aiutare i suoi compagni, quindi, la squadra. A fasi alterne, sprazzi qua e là, ma nulla di così illuminante.

Il suo futuro è incerto, al pari di quello di Stramaccioni, con il quale ha un ottimo feeling. Dipenderà da lui, e dal suo carattere lunatico, molto lunatico. E infine il ‘Trenza’, l’unico certo, a meno di uno straripamento del Naviglio, di restare anche nella prossima stagione. Forte, implacabile, altruista. L’argentino è l’uomo giusto (l’unico?) su cui fondare la rivoluzione dell’attacco a partire da luglio. 131 anni in quattro, scusate ma non è poco.

 

Raffaele Amato
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