Inter, nervi a fior di pelle: furiosa lite tra Stramaccioni e Cassano

Antonio Cassano e Andrea Stramaccioni (Getty Images)

INTER, FURIOSA LITE STRAMACCIONI CASSANO / MILANO – La bomba è scoppiata. Nel momento meno adatto, forse nel peggiore. A poche ore di una trasferta delicata, soprattutto importante per il famoso obiettivo stagionale, il terzo posto. Chi nasce tondo, non può morire quadrato. Nessuno può cambiare il carattere, la personalità, o stoppare per sempre le uscite di testa di Cassano. Nessuno, nemmeno l’Inter. L’attaccante nerazzurro, carezze e baci (e volgarità) nella conferenza stampa di presentazione dello scorso agosto, ci ha messo poco più di sei mesi per esplodere, per mostrare a tutti, anche agli interisti, la sua vera natura, il suo volto originale. Non che prima indossasse una maschera, tutt’altro, è che neanche lui sa, come e quando, il suo ‘pazzo melone’ possa dar sfogo alla sua irrefrenabile escandescenza.

Fino a ottobre ha deliziato il pubblico del ‘Meazza’, prendendo applausi e complimenti da ogni dove, a partire dal suo allenatore, Andrea Stramaccioni. Che in estate ha avallato e battezzato il suo arrivo alla Pinetina, sacrificando sull’altare della patria i suoi progetti iniziali, improntati, almeno a chiacchiere, su Coutinho, che in breve tempo avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Sneijder, almeno come interprete dietro una o due punte. L’inverno di ‘Fantantonio’ è stato cupo, nero: le prestazioni positive sono drasticamente diminuite, i gol son venuti a mancare, come, forse, la voglia e la sfacciataggine che lo avevano contraddistinto nel periodo iniziale della sua avventura interista.

Le frizioni con il giovane tecnico, criticato e perennemente in bilico dopo i pessimi risultati post-vittoria sulla Juventus (3 novembre 2012, 1-3), sono cominciate nell’anno nuovo: la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, sarebbe caduta il 12 gennaio, nella sfida tra Inter e Pescara. Al 68′ Stramaccioni decise di sostituirlo con Rocchi, cambio che non fu accolto benissimo dal barese, tanto che raggiunse la panchina scurissimo in volto, oltre che visibilmente contrariato.

Ieri l’alterco, la lite furiosa: i due, al termine dell’allenamento mattutino, avrebbero iniziato un continuo sproloquio sgarbato su questioni, probabilmente, riguardanti alcune divergenze tecnico-tattiche. Nello spogliatoio, il diverbio avrebbe preso la forma di una volgare ‘scazzottata‘, come si usa dire, spicciola ma difficile da arrestare con una semplice stretta di mano. La lite, infatti, sarebbe stata poi placata da alcuni giocatori (Stankovic su tutti, secondo ‘La Gazzetta dello Sport’) e dal saggio Ivan Cordoba, un altro che in campo, con correttezza, non le mandava certo a dire. Adesso non c’è tempo per processi o inquisizioni varie. C’è, anzittutto, una partita da preparare, e affrontare: domani pomeriggio contro il Catania.

Moratti oggi sarà alla Pinetina, una visita prevista, ma che ora casca a fagiolo: il presidente ha ora il compito di placare gli animi, di rasserenare – se ci riesce – l’ambiente in ciminiera. E di ‘cantarne quattro‘ al sciur Cassano. L’attaccante, visto l’indisponibilità di Milito e le precarie condizioni di Rocchi, resta tutto’ora un punto fermo dell’Inter, e almeno fino al termine della stagione le gerarchie non potranno cambiare. A giugno, come ovvio che sia, dovranno esser fatte le giuste valutazioni. In questi giorni si è parlato di un’ipotesi rinnovo per l’ex rossonero, notizia, però, smentita proprio ieri dal presidente nerazzurro. La bomba ormai è esplosa, ma non c’è da meravigliarsi più di tanto, il ‘personaggio’ in questione era (ed è) molto più che recidivo.

 

Raffaele Amato

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