Inter, generazione di fenomeni

Mateo Kovacic (Getty Images)

INTER GENERAZIONE DI FENOMENI KOVACIC POGBA / MILANO – Due facce della stessa medaglia. Luccicante, splendente. Nel presente, ma soprattutto nel futuro. Loro sono i due talenti, o potremmo chiamarli giovani fenomeni, che si affronteranno sabato prossimo allo stadio ‘Meazza’. Volti diversi, ruoli simili ma qualità per certi versi opposte. Compiti in campo, soprattutto, difformi. Il croato nasce mezz’ala, ma sogna di diventare fra i più forti registi al mondo; l’altro, il francese, spera di raggiungere i livelli di centrocampisti illustri, ex bianconeri e non: Vieira su tutti. Anche se rispetto all’ex campione transalpino, con un passato vincente nella Milano nerazzurra, ha maggiore potenza nella conclusione dalla distanza, e più sfacciataggine: possibilmente da tenere a bada. Due piccoli ‘mostri’ di bravura, Mateo Kovacic e Paul Pogba. L’Inter nel mercato di gennaio ha puntato sul nuovo, su un giocatore che per caratteristiche mancava nella rosa nerazzurra da molti anni: il prodigio di Linz, nelle poche interviste rilasciate finora, dimostra di non avere eccessivi grilli per la testa, ragiona e parla da eccellente veterano, come se vivesse la realtà, complicata e costantemente elettrica, della Pinetina da fior di stagioni.

Sul campo, tre spezzoni in serie A e quattro in Europa League (dove ha fornito le prove migliori), ha dato subito ragione ai dirigenti della ‘Beneamata’ Branca e Ausilio – che proseguono sotto traccia il lavoro diplomatico e sportivo nei Balcani – e al presidente Moratti, che per il suo cartellino ha investito una cifra considerevole visto l’età, a maggio compirà 19 anni, vale a dire 11 milioni di euro, più altri 4 di bonus: due milioni se l’Inter vincerà due scudetti entro il 2017, altri due milioni se il club milanese si qualificherà per due volte alla Champions League entro lo stesso anno.

Mateo Kovacic (Getty Images)

Elogi andrebbero fatti, a onor del vero, anche ad Andrea Stramaccioni, finalmente avallatore di un acquisto coi fiocchi, seppur un punto interrogativo per l’immediato: l’ex Dinamo Zagabria non sarà facile da gestire in questo ultimo scorcio di campionato, però il tecnico dovrà dargli, anche perché obbligato da altri fattori (interni ed esterni, ndr), completa fiducia, che significa farlo giocare anche quando il suo rendimento si dovesse appannare, e pieno appoggio emotivo, nelle dichiarazioni pre e post-partita così come in allenamento e nel corso delle prossime partite. Permettendo al ragazzo di esprimersi con la sicurezza di chi non è in discussione, sempre e comunque, e con l’autorevolezza data dall’incarico assegnatogli, che sia regista o centrocampista interno in una linea mediana a tre. In nazionale, contro la Serbia di Mihajlovic nella gara valevole per le qualificazioni ai mondiali 2014 (prima presenza, ndr) Kovacic ha interpretato benissimo il ruolo di centrocampista centrale nella linea a quattro, al fianco del più famoso connazionale, Luca Modric. Con il funambolo del Real Madrid durante la gara si sono spesso cambiati posizione, e compiti, giostrando benissimo, e senza negative sfumature, sia in fase difensiva che in quella offensiva. Verticalizzando, muovendosi con e senza palla, tamponando persino le magagne e il poco supporto alla mediana degli attaccanti croati.

Il suo dirimpettaio, molto più pubblicizzato, sponda Juventus, ha anch’egli esordito in nazionale – Francia – nei giorni dedicati alle qualificazioni ai mondiali 2014 in Brasile. Al fianco di Matuidi contro la Georgia, in mezzo, nel pacchetto a tre contro la Spagna, sempre assieme al medianaccio del Psg, e al fianco di Cabaye, eclettico centrale del Newcastle. Indubbiamente, Pogba è stato un acquisto eccezionale, al pari di Kovacic, da parte del club bianconero, alleato, come il Milan, con il re degli agenti Mino Raiola, che assiste da oltre un anno il giovane transalpino, prima ‘curato’ nei suoi interessi da un giovane agente francese. Sciur Mino, ogni stagione aumentano a dismisura i suoi guadagni (tra commissioni e pinzellacchere varie, ndr), prima di far sottoscrivere al suo nuovo gioiello un contratto con la ‘Vecchia Signora’ fino al 2016 – ora è in odore di rinnovo fino al 2017 con consistente aumento della mensilità – lo ha offerto, come prassi nel mercato, a tanti club europei, nonché italiani, tra cui a Galliani (geometra-dirigente rossonero) e alla stessa Inter, come ammise tempo fa Pierluigi Casiraghi, responsabile degli osservatori nerazzurri: “Le sue qualità balzarono ai miei occhi prima ancora che si trasferisse al Manchester United (dal Le Havre, ndr).

Paul Pogba (Getty Images)

Quando il rinnovo con i ‘Red Devils’ stava saltando, Raiola è venuto a proporre il cartellino a noi: la trattativa non andò in porto perché la società non trovò un accordo economico con lui“. Il capo scout ci è poi andato giù duro: “Ma non mi si venga a dire che la Juventus ha preso Pogba a zero lire, perché ha pagato tanti soldi tra ingaggio e commissione“. Vero, infatti, che per battere la concorrenza, agguerrita visto l’enorme potenziale del 20enne di Lagny-sur-Marne, Marotta e i suoi hanno dovuto elargire una consistente e convincente somma (chi dice 4, chi 5 milioni nelle tasche di Raiola), comunque sufficiente a strappare il “sì” del ristoratore, non pizzaiolo come erroneamente dice qualcuno, che da molti anni fa il bello e il cattivo tempo nel sempre più mediocre calcio italiano.

 

Raffaele Amato

 

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