Inter, la maledizione infortuni e il ‘caso’ Nagatomo

Yuto Nagatomo e sullo sfondo Rodrigo Palacio

INTER MALEDIZIONE INFORTUNI CASO NAGATOMO / MILANO – Un problema dietro l’altro, sfogliando le Inter News di ultim’ora. Non c’è davvero pace per la sfortunata Inter. La stagione sta andando a rotoli, sui negativi risultati ottenuti finora hanno notevolmente influito gli infortuni. Che dalle parti della Pinetina sono ormai una vera e propria maledizione. Stramaccioni conta i pezzi, di giocatori buoni, e integri, ne sono rimasti molto pochi: prima Milito, il cui ginocchio si è fracassato in una serata indubbiamente inutile per l’economia del club, poi Palacio. L’argentino con la treccia stava tenendo in piedi la incespicante baracca grazie ai suoi gol: in fondo, era l’unico vero attaccante rimasto a disposizione, escludendo a priori il ‘fantozziano’ Rocchi, giunto a Milano, per dispiacere di tutti, quando ormai la sua carriera calcistica era pressoché conclusa.

Da seconda punta ad attaccante centrale, la metamorfosi dell’ex genoano si era rivelata alquanto redditizia per l’addolorato tecnico nerazzurro, che d’ora in avanti, forse per circa trenta giorni, dovrà spremere le meningi per cercare, o quantomeno sperare di trovare un’alternativa tattica, e di ruolo, all’argentino. Magari cambiando modulo per l’ennesima volta in stagione, oppure più coscientemente puntando con decisione, e un pizzico di forzato coraggio, sul buon bomber veneto, trentacinquenne, appena 118 minuti giocati finora.

Senza Palacio le ultime residue speranze di un aggancio, già antecedentemente irrisorie, al famoso terzo posto evaporano completamente, anzi emigrano per chissà dove. L’Inter, oltretutto, deve far fronte anche con altri giocatori alle prese con annosi guai muscolari, tipo Nagatomo. Il laterale giapponese, a cui erano state evidenziate due lesioni al menisco del ginocchio sinistro il 28 febbraio scorso, in pratica dopo il derby pareggiato 1-1, era rientrato alla disperata tra i convocati per la partitissima con la Juventus, per poi mancare, tre giorni dopo soltanto, in quelli per la trasferta di Genova, dopo indicazione-decisione dello staff medico, al cui comando vi è il dottor Franco Combi, in pessimi rapporti con lo staff tecnico e in buona sostanza anche col presidente Moratti, a cui è legato professionalmente e umanamente da moltissimi anni.

Nagatomo non ha ancora smaltito l’infortunio, anzi: potrebbe addirittura decidere di sottoporsi a un intervento in artroscopia nelle prossime settimane. Anche se Stramaccioni, come ovvio che sia, preferirebbe che il laterale nipponico ricorresse ai ferri solo al termine della stagione (fonte: ‘Tuttosport’), visto che la rosa a sua disposizione è già sensibilmente ridotta all’osso. Tralasciando i guai fisici di Nagatomo, Milito e Palacio, già abbondamente descritti, la squadra nerazzurra in questa stagione ha dovuto far fronte con altre sei pesanti situazioni cliniche: Obi, il più grave, prima si è stirato al psoas (muscolo interno all’anca, mdr) poi si è lesionato il quadricipite; infine, è stato operato in gran segreto in Finladia. Per il nigeriano stagione finita.

Chivu, operatosi a un dito del piede destro lo scorso agosto, ora ha subito una contusione a un altro dito sempre dello stesso piede; Mudingayi, due stiramenti tra agosto e gennaio: poi la rottura del tendine d’Achille che lo ha costretto a chiudere anticipatamente la stagione. Alvarez, stiramento al flessore destro più continui problemi al ginocchio di varia natura; Handanovic, operatosi al menisco mediale del ginocchio destro poco prima dell’inizio del campionato, e infine Castellazzi: infortunatosi contro il Verona in Coppa Italia, è stato costretto poi a operarsi alla spalla sinistra lussata. Un consiglio alla società, a questo punto, è d’obbligo: il prossimo ritiro sarebbe meglio organizzarlo a Lourdes.

 

Raffaele Amato

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