Inter, quattro punti salienti nel vertice Strama-Moratti

Moratti e Stramaccioni (Interlive.it)

INTER VERTICE MORATTI-STRAMA / MILANO – Stramaccioni punto e a capo. Moratti ha nei confronti del tecnico romano una fiducia condizionata. A condizione, par di capire, che non si trovi un valido sostituto nel breve tempo, con i requisiti giusti e con delle pretese tecnico-economiche se non al pari del giovane mister, ma quasi. Ecco perché Andrea Stramaccioni è ancora in sella all’imbizzarrito cavallo nerazzurro, d’altronde ciò è stato ammesso ieri anche da Javier Zanetti, fino a poco tempo fa sua spalla fedele: “Rimane perché non ci sono alternative valide”, ha dichiarato garbatamente il capitano di tanti successi e molte sventure. Senza girarci intorno, c’è freddezza attorno a Stramaccioni, soprattutto dai cosiddetti uomini ‘simbolo’ dell’interismo passato e moderno. Ovviamente c’è chi pensa e crede il contrario, che tutto sia rose e fiori: convenienza di parte, in tal caso. Ieri c’è stato comunque un incontro tra le parti, Moratti è apparso più accigliato del solito, Stramaccioni allegro e sereno come da qualche mese a questa parte. Branca e Ausilio? Non pervenuti. Nel senso che non erano presenti, il che non è una novità.

INFORTUNI – Al riparo, in futuro, dalla maledizione che ha colpito con la cesoia la rosa interista. Sfortuna, riti vudù messi in opera da avversari o nemici? In minima parte forse sì. Ma la causa vera di questa triste catena è principalmente una: il parco giocatori a disposizione di Stramaccioni è composto perlopiù da giocatori alla canna del gas, anziani calcisticamente e logori dal punto di vista fisico dopo carriere lunghe e vincenti: i quali costringono anche gli elementi più giovani ad allenamenti assai blandi. Non può essere responsabile di tutti gli infortuni, almeno non l’unico, il povero preparatore Rapetti, messo in discussione dalla società come il dottor Franco Combi, responsabile del recupero degli acciaccati ma comunque spesso e volentieri in disaccordo con il tecnico, come d’altronde con gli allenatori passati. Insomma, alla fine rischiano di pagare le malefatte gli unici che non possono difendersi dagli accusatori, i pesci piccoli del disastro. Il tema infortuni può essere considerato come la prima crepa nel rapporto tra Moratti e Stramaccioni.

DIFESA COLABRODO – Cinquantadue reti subite, una in meno del retrocesso Siena, addirittura due in più del Palermo, anch’esso a un passo dalla serie B. In generale è tutto il sistema difensivo che non ha funzionato nel corso della stagione, anche prima dell’avvento della presunta malasorte. L’Inter di Stramaccioni non ha mai avuto equilbrio, mai è stata compatta e unita, ogni reparto ha spesso viaggiato senza filo logico, con una totale assenza di collaborazione. Moratti questo lo sa, lo ha visto e lo ha segnalato al suo allenatore. In questo preciso momento, tenuto conto delle tante assenze, è ingiudicabile. Ma prima ancora della vittoria con la Juventus? E dopo? In tal caso non ci sono scuse che reggono. Colpa anche di una rosa cotruita male in estate e corretta peggio nel mercato di gennaio. Moratti ha chiesto a Strama di chiudere nel migliore dei modi l’annata, evitando magari due sconfitte nelle ultime due giornate di campionato. Onore, anzitutto.

MERCATO – Stramaccioni ha informato Moratti che vorrebbe ripartire l’anno prossimo dal 4-3-3, con la variante del 4-2-3-1. Per entrambi gli schemi al momento non ci sono i giocatori, perlomeno un numero a sufficienza per poter cominciare senza indugi un nuovo progetto tattico. Servono degli investimenti mirati e di qualità. Molti i nomi, tra questi certamente non pare ci siano rinforzi in grado di cambiare la squadra in meglio: piacciono Gomez e Fernando, ma vi è forte il rischio cessione di uno dei cosiddetti big: più Guarin di Handanovic. Il fumo gettato negli occhi dei tifosi sul possibile ingresso di investitori indonesiani non servirà a riempire le casse della società, ergo, il sacrificio di un giocatore con potenziali acquirenti di un certo rilievo potrebbe servire alla campagna acquisti, ora in alto mare dopo gli arrivi certi di Andreolli, Campagnaro, Laxalt, Botta e Icardi.

LEONARDO – La necessità di tutti, compreso Strama e Moratti, sarebbe quella di portare a Milano un uomo forte e capace di difendere squadra e tecnico dagli attacchi esterni. Leonardo, secondo i due protagonisti della tavola rotonda, potrebbe essere il tassello giusto al momento giusto. Gli ostacoli sono due: il d.g. del Psg percepisce a Parigi uno stipendio molto ricco – più di 3 milioni -, inoltre all’interno della società c’è Branca che già si occupa di mercato, il che potrebbe fortemente osteggiare il futuro lavoro del dirigente brasiliano che, è giusto ricordarlo, nella sua breve carriera da manager si è sempre mosso per l’acquisto-cessione di giocatori o per l’ingaggio di allenatori, non rivestendo mai il ruolo di ‘pezza’ agli spifferi interni. Questione da chiarire, certamente. Come del resto il futuro di Stramaccioni, il cui destino verrà deciso nelle prossime settimane. Perché ancora tutto può ancora accadere in casa Inter.

 

Raffaele Amato

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