Inter, paffuto e poco ‘Special’: la rivincita di Benitez

Rafa Benitez (Getty Images)

INTER RIVINCITA RAFA BENITEZ / MILANO – Sbagliò, premessa obbligata, l’approccio con lo spogliatoio. Non rimarchiamo la storia delle fotografie di Mourinho, meglio lasciarla a qualche giornale gossipparo, o a Marco Materazzi, che spesso si è elevato a paladino dell’interismo moderno senza averne i requisiti necessari. Con franchezza, Rafa Benitez nel suo breve periodo alla Pinetina è stato trattato a pesci in faccia da molti tifosi nerazzurri e dallo stesso presidente Massimo Moratti, ancora ferito nell’animo dopo il successo e il tradimento firmati dallo ‘Special One’.

Lo spagnolo, ai tempi del Liverpool nemico giurato dell’amato portoghese, giunse a Milano grazie all’apporto e supporto esclusivo di Marco Branca, il quale si spese molto, forse più del dovuto, per convincere il suo datore di lavoro ad affidare il post-Triplete a un allenatore di elevato spessore internazionale, vincitore della Champions League con il Liverpool nella indimenticabile notte, per gli interisti ma soprattutto per i milanisti, di Istanbul: da 3-0 a 3-3 contro l’allora Milan di Kakà Seedorf e Ancelotti; poi i calci di rigore, decisivo l’errore di Shevchenko, consegnarono le ‘grandi orecchie’ fra le mani dei ‘Reds’, guidati da Gerrard in campo e dal paffuto madrileno sulla panca.

Moratti, stufo dell’aplomb del ‘cicciotto’ Rafa e fedele ‘amico’ del gruppetto degli argentini, nell’estate 2010 tutto fece tranne che prodigarsi in un mercato sensato e oculato, che tanto sarebbe servito a tenere ad alti livelli la sua Inter. Le richieste di Benitez al suo patron furono poche ma buone: la conferma di Maicon e Balotelli, oltre all’acquisto di David Silva, Mascherano (non voluto dagli argentini) e Dirk Kuyt. Non venne accontentato, eccezion fatta per il laterale brasiliano, confermato anche perché da Madrid, sponda Real, non giunse l’offerta giusta per far vacillare le sicurezze presidenziali. Eto’o tenne a galla l’Inter tra mille difficoltà e numerosissimi infortuni, tra i quali quelli di Sneijder e Milito. Coutinho e Biabiany ci misero impegno, senza mai incantare la folta platea del ‘Meazza’. Fallito l’assalto alla Supercoppa europea , vinto quello alla Supercoppa Italia contro la Roma.

La preparazione estiva fu preparata per arrivare al massimo della condizione atletica al Mondiale per Club, in cui Benitez non sbagliò nemmeno una virgola. Sul tetto del mondo con il minimo sforzo, poi, dopo tanti mesi di schiaffi mediatici, lo sfogo in diretta televisiva: “Deve esserci fiducia al cento per cento altrimenti non andremo avanti. In agosto mi avevano promesso tre giocatori e non è arrivato nessuno. Ora servono rinforzi, altrimenti parlino col mio procuratore. Gli infortuni? I giocatori vanno in palestra senza dirmelo”. Moratti, manco a dirlo, non la prese bene. Viaggio in aereo con finti sorrisi sulle labbra, poi la decisione attesa da tutti: l’esonero. Via il poco ‘Special’, dentro Leonardo. Il resto è storia. E’ storia, appunto, come quella scritta ieri ad Amsterdam. Benitez e il suo Chelsea sconfiggono al foto-finish lo ‘sfigato’ Benfica. Lo spagnolo ancora che alza una coppa al cielo, l’Europa League, contro tutto e tutti. Contro il suo presidente, contro i suoi tifosi. Di mezzo, sempre Mourinho. Poco importa, questo è il calcio.

 

Raffaele Amato

 

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