Inter, gestione Moratti: un dato su cui riflettere

Moratti e Roberto Mancini (Inter.it)

INTER GESTIONE MORATTI ALLENATORI / MILANO – Andrea Stramaccioni è il diciottesimo allenatore della gestione Massimo Moratti. E’ in sella di comando dal marzo 2012, quando subentrò all’aggiustatore che non aveva aggiustato un bel nulla, Claudio Ranieri, dopo il tonfo dell’Inter nel big match contro la Juventus e in seguito al suo successo, da allenatore della Primavera, della NextGen Series in quel di Londra contro l’Ajax, in cui si presentò a sorpresa anche il patron interista.

Se il giovane romano dovesse essere esonerato oggi o nei prossimi giorni, per far posto probabilmente a Walter Mazzarri, la sua avventura nella bollente ed elettrica Milano ‘bauscia’ sarebbe durata circa quattordici mesi. Niente di cui preoccuparsi, Stramaccioni è in buonissima compagnia. Nella frenetica, e per circa un lustro vincente gestione Moratti, solo Roberto Mancini è rimasto seduto sulla panca dell’Inter per più di ventiquattro mesi: più di Mourinho, quindi. Ma il ‘Mancio’, qualche interista ricorderà certamente, se non fosse scoppiato sul finire della stagione 2005-2006 lo scandalo ‘Calciopoli‘, dopo due stagioni avrebbe fatto di sicuro le valigie.

Il petroliere, infatti, prima che esplose il bubbone aveva già trovato e sancito un accordo con Fabio Capello, a quel tempo allenatore della odiata Juventus. Le magagne di Moggi e fratelli, una volta venute a galla, costrinsero Moratti a versare nelle tasche del ‘musone’ Don Fabio una sorta di penale milionaria, perché non se la sentiva di affidare la sua squadra a uno degli artefici dei trionfi – ‘sporchi’ – della ‘Vecchia Signora’: l’intesa sulla risoluzione del contratto venne trovata e ratificata a Ginevra, alla presenza del figlio (noto avvocato) del tecnico goriziano. Stramaccioni può dormire sonni tranquilli, forse: non sarà il primo né l’ultimo a essere ‘cacciato’ prima del tempo e dopo promesse (da marinaio) dal numero uno dell’Inter. Morale: chi si siede sulla panchina nerazzurra sa già che a stretto giro di posta dovrà fare spazio a qualcun altro.

 

Raffaele Amato

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