Inter, la ‘scoperta’ Jonathan e il ‘maestro’ Mazzarri

Jonathan (Getty Images)

INTER JONATHAN / CATANIA – Vattene, balorda timidezza! Vieni avanti, intraprendenza. Quel che si è visto finora, è senza dubbio il fratello ‘bravo’ di Jonathan. Come dimenticarlo, quel brasiliano che incespicava sul pallone, incapace di saltare anche il più impalpabile avversario.

Due assist, l’ultimo ieri contro il Catania (0-3) per lo zampino fatale di Palacio, e persino un gol nella gara di Coppa Italia contro il Cittadella. Il tracagnotto Jonathan è irriconoscibile, un altro giocatore da quando Mazzarri si è avventurato sulla panchina dell’Inter: al coraggio, sta  abbinando intelligenza tattica e una buonissima tecnica, mai giunta alle rive del ‘Meazza’ o di qualsivoglia stadio italiano.

Il segreto? Qui c’è lo zampino dell’allenatore, un vero fissato – a ragion veduta – per gli esterni. Ampiezza di gioco, pochi o zero punti di riferimento in mezzo al campo; poi palla a Jonathan: scatto, dribbling e cross al centro. Flash di eccelsa bravura: “Il mister in allenamento mi dice sempre che sulla fascia, quando sono uno contro uno, devo puntare l’uomo per creare superiorità e permettere alla squadra di essere più pericolosa”, spiega l’ex Santos a ‘Inter Channel’,  al termine del rotondo 3-0 al ‘Massimino’ di Catania.

Dove non c’è stata storia, soprattutto dalla ripresa in poi. Merito di Jonathan, una vera e propria ‘scoperta’. Ma anche della squadra, una solida orchestra diretta da un superbo maestro di calcio, Walter Mazzarri. Che ha riappiccicato i cocci, compattando il gruppo con autorità e pragmatismo.

Difesa ‘blindata’ (o gol subiti nelle prime tre gare ufficiali), Alvarez fra le due linee a contrastare, costruire e concludere: ieri autore di una ‘gemma’ straordinaria. Lavoro incessante sulle fasce, più due leader: in difesa, Hugo Campagnaro. Mai domo l’argentino, intraprendente e un padre per Ranocchia (ritrovato) e Juan Jesus. In attacco, Rodrigo Palacio: pungente, sempre al posto giusto. Due gol e un assist nelle prima due giornate di campionato, cosa chiedergli di più.

 

Raffaele Amato

 

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