Inter, cambiano gli addendi, ma il risultato resta sempre uguale

Marco Branca (Getty Images)
Marco Branca (Getty Images)

INTER CAMBIANO GLI ADDENDI RISULTATO UGUALE / MILANO – Moratti rimane con il suo 30%, Thohir ne preleva il 70%. Un cambio storico per l’Inter. Che, dopo anni di gestione Moratti, da padre a figlio, lasciano spazio a nuovi orizzonti. Cambiano gli addendi ma il risultato resta sempre lo stesso: società senza una precisa gerarchia, dove manca un collettore tra tecnico e società.Un uomo di polso, in grado di gestire l’orchestra che, in corso Vittorio Emanuele, stecca da tempo, un uomo in grado di metterci la faccia quando le cose vanno male, in grado di rappresentare la società, proteggendo tecnico e squadra. Marco Branca ed Ausilio lavorano per Moratti, Thohir ha trovato in Fassone il suo uomo di fiducia, ed ecco che la confusione è servita.

Dal Triplete in poi si è assistito ad un continuo massacro agli allenatori: da Benitez a Gasperini, passando per Ranieri e Stramaccioni. Tutti messi sulla graticola, tutti criticati. Ma basterebbe dare un’occhiata al mercato degli ultimi anni nerazzurri per capire come, colpe a parte, in fondo i tecnici transitati non hanno poi così tanto da rimproverarsi. Un’Inter che cerca di rinnovarsi, da Mourinho, in poi, senza un chiaro progetto. “Sarà un mix di giovani e veterani…”,questa doveva essere la linea dell’Inter, ma così,in fondo, non è stato.  Marco Branca ha fallito in più occasioni (forse la più clamorosa la questione Forlan, acquistato senza sapere che, dopo aver giocato i preliminari con l’Atletico Madrid, non poteva essere impegnato in Champions) e continua ancora a far parte della società, quando per molto meno, qualche tecnico è stato liquidato senza mezzi termini. Che se ne parli o no, la verità è che, mercato, a parte l’Inter ha bisogno di tornare ad essere una Società, cosa che da tempo non sembra più essere. E allora adesso tocca a Thohir rinnovare questa società, perché di chiacchiere ne siamo già pieni e perché le parole le parta via il vento!

Luigi Perruccio

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