Bonazzoli: “Essere qui con l’Inter è un sogno, Vidic un esempio. E Bale alla PlayStation…”

Federico Bonazzoli (inter.it)
Federico Bonazzoli (inter.it)

INTER BONAZZOLI / MILANO – Nel corso di un’intervista concessa ad ‘InterChannel’, Federico Bonazzoli ha parlato delle sensazioni vissute durante questo suo primo ritiro con la prima squadra dell’Inter e delle aspettative che nutre in vista della prossima stagione. Ecco le parole del giovanissimo bomber nerazzurro: “Allenarmi tutti i giorni con questi campioni è un sogno, voglio godermelo il più possibile. Sto giocando con la mia squadra del cuore, l’Inter, e ho affrontato il Real Madrid anche se per pochi minuti: è una cosa straordinaria che mi porterò dietro per tutta la vita. Fino a poco tempo fa guidavo Bale dalla Play Station e adesso ci ho giocato contro. E’ incredibile. Vivo quest’esperienza con la consapevolezza che tornerò in Primavera, ma non c’è nessun problema perché fa parte del mio percorso di crescita. Mazzarri mi ha già dato una grande opportunità, sta insegnando tanto a noi giovani e si vede che ci tiene. Vuole farci capire cosa significa giocare per una squadra come l’Inter. Vidic? Giocare con campioni come lui è un orgoglio enorme, oltreché uno stimolo per arrivare in alto. Anche Kovacic è un fenomeno: già a 5 anni secondo me avrebbe potuto competere a questi livelli! Icardi è straordinario, è bravissimo a giocare a calcio e mi ha aiutatato tantissimo durante il ritiro di Pinzolo. Sto cercando di prendere esempio da lui, come da tutti gli altri compagni”.

“La scorsa stagione con la Primavera non è andata benissimo, ma abbiamo fatto esperienza. Queste cose vanno vissute con questo spirito, speriamo di aver imparato qualcosa. In futuro cercheremo di fare meglio, con un tecnico esperto come Vecchi: si vede che ha avuto esperienze ad alti livelli, è molto preparato. Sarà importante curare sia l’aspetto fisico che quello mentale, per crescere con umiltà e voglia di migliorare ancora. Io sono stato fortunato perché la mia famiglia mi ha sempre appoggiato e ha creduto in me, facendomi capire che la scuola serve almeno quanto il calcio. Vivere a Milano è difficile perché sono lontano dai miei genitori, però mi sto abituando”.

A.C.

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