Inter, Antonello: “Champions, stadio e fatturato. Spalletti? Un condottiero”

Antonello, nuovo Ad nerazzurro (Getty Images)

INTER ANTONELLO / “Sono interista dall’età di 6 anni. Non dimenticherò mai l’emozione di ‘San Siro’ ma anche il freddo. La prima partita fu Inter-Borussia Moenchengladbach. Il mio idolo? Facchetti, a prescindere dallo stile e dalle comuni origini bergamasche. Ma anche Mazzola. Boninsegna…”. Pensieri e parole di Alessandro Antonello, nuovo Amministratore delegato dell’Inter che, alla ‘Gazzetta dello Sport’, ha fissato gli obiettivi del club nerazzurro.

CHAMPIONS – Il primo, immediato, è il ritorno in Champions League: “Sarebbe il primo step del nostro business plan. L’Inter non può restarne fuori. E poi porterebbe un ritorno di immagine e di ricavi, stimati in almeno 50 milioni”.

STADIO – Il secondo è lo stadio di proprietà, nella fattispecie il ‘Meazza’: “In termini economici è un asset importante – ha sottolineato Antonello – I ricavi della Juve sono saliti da 15 a 40 milioni, oltre a dare ai tifosi la possibilità di vivere la partita in tutt’altra maniera. L’idea è ristrutturare San Siro che è la nostra casa, stiamo parlando con il Comune e con il Milan, siamo fiduciosi. Vorremmo fare tutto in tempi brevi, ma non dipende solo da noi”.

SPALLETTI E MERCATO – “Il mister è un grande condottiero – l’elogio dell’Ad a Spalletti – la persona giusta per l’Inter.  dobbiamo rinforzarla. Inserire le pedine giuste in una squadra competitiva per tornare in Champions. Abbiamo un’ultima stagione con l’obbligo di rispettare il break even ma anche un piano di aumento ricavi che ci lascia ben sperare. Abbiamo la capacità di fare la campagna acquisti richiesta dal tecnico. Sappiamo esattamente cosa fare e non vogliamo farci prendere dall’ansia di confrontarci con gli altri. E una società forte sa anche dire no sul mercato in uscita”.

TOP TEN – “Suning ci supporta, ma nel giro di 3-4 anni la società dovrà essere auto finanziata. Lo United fattura 700 milioni di euro? Hanno un brand talmente forte da potersi permettere anche di restare fuori dalle coppe, ma se arriviamo a 300-350 milioni potremo tornare nella top 10 europea. I pilastri sono due: risultati sportivi e brand”.

R.A.

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