INTER, PARLA MARCO MATERAZZI / MILANO – Da Ronaldo, passando per Vieri, a Baggio ed Ibrahimovi fino a Samuel Eto’o, Massimo Moratti ha saputo regalare alla propria platea fior di campioni. La classe fa innamorare i tifosi, allieta la vista, ma il cuore, quello degli interisti si conquista. Marco Materazzi non eccelle in classe cristallina ma sa come entrare nelle grazie del popolo interista. ‘Tutti pazzi per Materazzi’ è il coro che ha accompagnato le mille battaglie di Matrix e che difficilmente l’ex centrale azzurro potrà dimenticare. Dopo la rescissione consensuale del contratto, Materazzi si racconta in una lunga intervista rilasciata alla ‘Gazzetta dello Sport’: “Alla fine della scorsa stagione mi è stato detto che non rientravo più nei piani del vecchio allenatore. Perché? Sono stato definito ‘Impegnativo’. Non ho mai fatto casino quando non ho giocato, ad un certo punto avevo anche accettato il fatto di dover giocare meno, forse il problema è che se vedo una cosa giusta la faccio presente. Cosa avevo fatto presente a Leonardo? Che forse si poteva fare un po’ di turn over in più per potermi far giocare almeno la Coppa Italia. Mi sono sentito tradito da Leonardo”.
GASPERINI, MORATTI E RANOCCHIA – Poi Matrix parla del nuovo tecnico nerazzurro Gian Piero Gasperini: “Forse anche lui ha fatto le sue scelte ma io non ho conosciuto lui e viceversa. Lasciare l’Inter non è stata una mia decisione, che sia chiaro, e a Moratti ho detto che avrei rinunciato anche al mio stipendio, dato che ancora avevo un anno di contratto”. L’ex difensore dell’Inter parla del suo erede: “La mia maglia numero 23 andrà a Ranocchia, sono sicuro che la onorerà per circa 10 anni. La cosa della quale sono più orgoglioso? Essere l’unico giocatore dell’Inter ad esser stato campione del mondo con la nazionale ed il club”.
ALLENATORI E RICORDI – Capitolo allenatori, Materazzi rivela: “Ho legato con quasi tutti, l’unico con il quale ho avuto problemi è stato Benitez“. Tanti i ricordi piacevoli oltre alla conquista della Champions: “Il primo scudetto vinto a Siena con due miei rigori. Il cuore mi scoppiava, Ronaldo ed Eto’o i più forti con cui ho giocato. L’ultimo tatuaggio? Lo stemma dell’Inter sul cuore”.
Luigi Perruccio
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