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Inter, Milito: il ranocchio torna Principe

Milito festeggia la doppietta al Parma - Getty Images

INTER RITORNO DIEGO MILITO / MILANO – L’ultima doppietta decisiva risaliva ormai alla magica serata di Madrid, quando trascinò l’Inter alla conquista della Champions League. Da quel momento in poi, i momenti bui e i tristi periodi hanno fatto da cornice alla stagione successiva, quella dell’esonero di Benitez e della rimonta firmata Leonardo. La sfortuna del Principe ebbe forse inizio proprio dalle parole, dai più definite inopportune, rilasciate al termine della finale contro il Bayern Monaco, nelle quali dava paventava l’ipotesi di cambiare aria (destinazione Real Madrid?), insieme a Josè Mourinho. Pochi giorni dopo, lo strappo con l’ambiente interista si ricucì e Milito potè riniziare una nuova stagione, con l’obiettivo di conquistare il tetto del mondo con il club nerazzurro. Il feeling con Benitez non sbocciò mai, l’intera squadra arrancava e il Principe andava via via appassendosi trasformandosi in un brutto e sfortunato ranocchio. Male andò nella Supercoppa Europea, persa 2-0, partita senza alibi per l’Inter dove il bomber nerazzurro sbagliò il rigore che avrebbe potuto riaprire il match. Le scorie di un Mondiale passato in panchina non lo avevano abbandonato, bastava guardarlo negli occhi per capire che la magia che aveva pochi mesi prima era del tutto sparita, forse chiusa in un angolo segreto e nascosto. La stagione 2010-2011 proseguì seguendo il barlume negativo che già nel ritiro estivo si era impiantato nella testa e nei muscoli dell’attaccante argentino: 23 presenze e soli 8 gol, nulla in confronto ai 30 siglati nella stagione del Triplete.

Nemmeno Leonardo riuscì a risvegliare il vecchio Principe, ormai la fiducia e l’autostima si erano assopite, la vena realizzativa si era congiunta a una sfortuna cronica, il fisico e le sue gambe erano diventate di una delicatezza estrema, ogni scatto, ogni movimento, erano diventati una vera impresa, insuperabile e mortificante allo stesso tempo. L’unica consolazione in termini sportivi fu il gol nella semifinale del Mondiale per Club, la rete finale di un 3-0 senza storia contro i coreani del Seongnam, trofeo poi vinto battendo in finale gli africani del Mazembe. I mesi dopo non cambiarono di una virgola le sorti di una stagione a dir poco negativa, la conquista della Coppa Italia fu solo un lampo di luce, con la rete del definitivo 3-1 sul Palermo che sembrava poterlo rilanciare per la stagione successiva. Nonostante l’arrivo di Gian Piero Gasperini, suo mentore al Genoa, la terza annata in maglia nerazzurra ebbe inizio non troppo esaltante: dopo la doppietta inutile alla prima di campionato, il centravanti dell’Inter lo si vedeva più in infermeria che sul campo di allenamento, la sfortuna sembrava non volesse abbandonarlo. La squadra nerazzurra nel contempo arrancava tremendamente in campionato, Ranieri subentrò a Gasperini e forse qui, 22 settembre 2011, giorno dell’insediamento alla Pinetina del tecnico di Testaccio, ci fu l’inizio della risalita e il ritorno del vero bomber che tutti noi conosciamo.

La rinascita di Milito ebbe inzio proprio nella trasferta di Bologna, prima gara del nuovo corso nerazzurro firmato Claudio Ranieri: subentra a gara in corso cambiando totalmente le sorti della partita, procurandosi il rigore, poi trasformato del 2-1, toccherà poi a Lucio completare l’opera realizzando la terza rete. Da Bologna in poi passarono altri due mesi di buio totale, speriamo gli ultimi di un calvario sportivo che durava ormai da un anno e mezzo circa. Il Principe ora sembra esser tornato, i due gol siglati sabato sera contro il Parma, che fanno seguito a quello contro il Lecce di fine 2011, e la bella prova generale impreziosita da un assist per il suo amico Pazzini sembrano essere il viatico giusto per un ritorno vero e proprio ai bei tempi che furono, a un passato non troppo lontano e, si spera, a un 2012 ricco di grandi emozioni e grandi successi. Il ranocchio ora non c’è più, è diventato nuovamente Principe.

 

Raffaele Amato

Raffaele Amato

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