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Inter, l’esordio di Stramaccioni: l’unica novità… la vittoria casalinga

Andrea Stramaccioni festeggia con Mauro Zarate - Getty Images

INTER ESORDIO VINCENTE STRAMACCIONI / MILANO – La prima di Andrea Stramaccioni sulla panchina dell’Inter è coincisa con la prima vittoria casalinga del girone di ritorno, tre punti che hanno, giustamente, riportato entusiasmo e fiducia a tutto l’ambiente nerazzurro. Nelle dichiarazioni di Moratti, e in quelle dei giocatori, è subito riapparsa la voglia e la felicità per un cambiamento, che a tratti, il neo tecnico ha sabuto dare in soli pochi giorni. L’analisi della gara di ieri porta però a delle semplici riflessioni: oltre al nuovo modulo 4-3-3, contro il Genoa, fatta eccezion per il ritrovato Zarate, che a giugno tornerà alla Lazio, la squadra schierata è stata pressoché simile a quella utilizzata a più riprese da Claudio Ranieri. Un segnale o una volontà del giovane tecnico romano di voler proseguire affidandosi ancora sul gruppo storico nerazzurro, quello che ha caratterizzato la disastrosa stagione dell’Inter. Scelta coraggiosa, che indubbiamente ha riscontrato dei risultati positivi, ma che ha posto in evidenza i soliti difetti, troppi e grossolani.  Le analogie tra Strama e Ranieri sono riscontrabili anche nell’esordio vincente: sì perché anche il testaccino alla prima sulla panchina della Beneamata conquistò la vittoria – a Bologna vinse 3-1 – vittoria che diede seguito a quella gloriosa e rocambolesca di Mosca, il 3-2 al Cska con gol decisivo niente di meno che di Zarate, riapparso ieri contro il Genoa dopo mesi e mesi passati nel congelatore della Pinetina. Ora gli entusiasmi e le belle parole si sprecano, ma è lecito aspettarsi dal nuovo allenatore qualcosa di nuovo, quel qualcosa in più che i suoi predecessori non hanno saputo dare, non basta e non basterà battere squadre mediocri come il Genoa, ma servirà un rinnovamento negli uomini, un inserimento di quei giovani tanto decantati e tanto lodati in queste ultime settimane (altrimenti la vittoria della NextGen Series non servirà a nulla). Scelte coraggiose ma essenziali per gettare le fondamenta di una nuova era… quel nuovo ciclo che non potrà certo iniziare con gli undici mandati in campo ieri, età media 31 anni circa. Vincere è importante, ma all’Inter servirà molto di più per invertire la rotta dopo questa fallimentare stagione.

 

Raffaele Amato

Raffaele Amato

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