INTER, STRAMA COSTRETTO A REINVENTARE UNA SQUADRA / MILANO – Il bandolo della matassa che non c’è. Per ora. La sconfitta di ieri ha inevitabilmente lasciato il segno, sul morale della squadra e in classifica. La vetta, occupata dalla Juventus, è già lontana sei punti. Ma questa, è un’altra storia. Il timore, è che ogni giocatore molli la presa, abbandoni troppo presto il credo del suo tecnico. Non lasciato a se stesso perché stimato e apprezzato dal presidente Moratti, umorale e istintivo da sempre, ma intenzionato, per costrizione o per fiducia (nessuno lo sa), a continuare sulla strada intrapresa nell’estate scorsa. Calma e austerity la fanno da padroni in casa Inter, fino a che punto però? E menomale che si ritorna in campo subito. Contro il Chievo, in trasferta: dove in questo inizio di stagione sono arrivate quattro vittorie su quattro, divise alla pari tra campionato ed Europa League. I presagi sono ottimi, e menomale. A Verona, Strama dovrebbe ridisegnare un’Inter completamente diversa rispetto a quella vista fino a oggi. Largo alla difesa a tre, e a un centrocampo più coperto. Meno fantasia e più concretezza, per sperare in una vittoria scacciaminicrisi.
Il tecnico modellerà una terza idea di formazione: la prima, si sarebbe dovuta basare su un modulo fisso, il 4-2-3-1. Che avrebbe dovuto prevedere uno o più rinforzi sulle corsie esterne, oltre a un mediano di grande forza fisica da piazzare in mezzo assieme a Guarin. L’obiettivo principe era de Jong, finito poi al Milan. Nemmeno attaccanti in grado di dar rapidità alla manovra sono giunti alla Pinetina, ora colma, se non stracolma di fantasisti o similari. Il sogno di Stramaccioni era Lucas, ormai lo sanno anche i sassi. Il mercato ha poi virato su giocatori completamente all’antitesi, costringendo il giovane rampollo al cambio di modulo, nonché di filosofia. Dallo schema del Triplete al ritorno del centrocampo a rombo, perfezionato con le due mezze punte fisse dopo l’arrivo di Cassano. Strama ha dovuto adattarsi alle esigenze, cogliere ciò che la società gli ha messo a disposizione. Che ha rispettato poco o nulla le sue richieste, almeno le più importanti. Un mediano e un esterno d’attacco, come confermato dal diretto interessato nel post-match di ieri. La frittata è stata fatta, ma niente è irreparabile.
Anche la Juventus nell’estate scorsa acquistò giocatori per un modulo specifico – il fantomatico 4-2-4 – per poi cambiare a stagione in corso, per inidoneità della rosa, passando a un 3-5-2 che ha poi lanciato i bianconeri fino alla conquista dello scudetto. E’ proprio ora, quindi, che il tecniconerazzurro dovrà dimostrare tutte le sue qualità, di che pasta è fatto. Perché alla fin fine è l’atteggiamento e l’intensità di gioco che incidono sul risultato, non di certo lo schema tattico. Deve cambiare la mentalità degli interpreti, la tattica è solo conseguenza di ciò. Il tempo per sbagliare si è verosimilmente ristretto, la forca è stata già preparata da molti. Per superarla, tecnico e squadra dovranno saltare il fosso e atterrare a piedi pari sul terreno posto di fronte. Con l’equilibrio giusto, il rischio di cadere all’indietro si ridurrebbe quasi al lumicino.
Raffaele Amato
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