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Inter, professor Cassano: Strama, così si vince!

Antonio Cassano (Getty Images)

INTER, PROFESSOR CASSANO STRAMA COSì SI VINCE / MILANOLuci a ‘San Siro’. Eran tutti là, in una serata magica. Arriva finalmente la prima vittoria dell’Inter nel suo stadio, dove fino al fischio finale di Giannoccaro erano giunte solo delusioni e amarezze per i tifosi nerazzurri. Sconfitta di misura una Fiorentina bella da vedere ma anemica fino allo svenimento. Il risultato può esser considerato bugiardo, viste le numerose palle gol create e sbagliate dai nerazzurri. Doveva essere la serata di Milito, e così è stato. Il Principe non ha sbagliato dal dischetto il gol che ha aperto le danze, anche se ha incredibilmente fallito altre facili occasioni. L’argentino è solo uno dei protagonisti della vittoria, ma il vero imperatore della notte stellata è uno solo. Antonio Cassano. L’incantatore della squadra di Stramaccioni, al momento giusto il professore che impartisce la lezione ai suoi avversari. In bambola la difesa viola, le giocate – anche da fermo – di FantAntonio han lasciato a bocca aperta. Continuità e spirito di sacrificio, tutto in novanta minuti. Senza ossigeno nell’ultima mezz’ora, ma con una gran voglia di lottare e sudare per la maglia. La sua genialità è nota a tutti, meno, almeno fino a un po’ di settimane fa, la sua verve agonistica. Oltre i suoi limiti fisici. E’ lui che cambia il volto alla gara, è lui che la tiene viva. Anche quando inevitabilmente cala il ritmo generale dell’Inter, spendacciona e dirompentenel primo tempo.

Cassano super, Coutinho l’allievo perfetto. Il riccioluto brasiliano è la vera mossa tattica, la più vincente di Strama. Più utile e concreto del “mai” decisivo Sneijder, dietro le punte crea affanni e pericoli alla retroguardia delo studioso Vincenzino, in fase di non possesso snocciola la manovra iniziale della Fiorentina. Non attraverso una marcatura a uomo, bensì con un movimento orizzontale, e a tratti verticale, sui portatori di palla avversari. In alcuni frangenti anche su Borja Valero, un’altra delle fonti di gioco della formazione di Montella. Che gioca, tiene il possesso del pallone, ma combina poco nell’area protetta da Handanovic. Inter che indietreggia tanto, attende e riparte. Per scelta. I due muri, centrocampo e difesa reggono bene l’urto di Jovetic, farraginoso e impreciso, ma l’unico calciatore dei viola capace di far venire un po’ di mal di testa alla squadra di Stramaccioni. Che proprio nel momento di maggior foga di Pizarro e compagnia bella, sigilla il vantaggio. La folata di Coutinho è straordinaria, il suo traversone in area non raggiunge la testa di Milito ma trova capitan Zanetti, che in appoggio cerca di servire il Principe, l’assist viene però stoppato dal braccio di Gonzalo Rodriguez, ingenuo e sfortunato nella circostanza. Milito trasforma il rigore che darà il lascia passare al raddoppio di Cassano, lasciato incrdibilmente solo a tu per tu con Viviano. L’apoteosi interista non dura abbastanza: ci pensa Romulo a riaprire la gara con un gran colpo di testa – anche lui libero in area di rigore – su un cross al cioccolatino di Pizarro. Ljajic poco dopo ha sui piedi la possibile palla per il pareggio, ma il serbo si emoziona davanti ad Handanovic sprecando l’impossibile. Il secondo tempo è quasi tutto della Fiorentina.

Il pallone gira sempre sui piedi di Pizarro e Jovetic. Ma è tutto fumo e niente arrosto. E’ infatti l’Inter ad avere altre occasioni per chiudere i battenti alla gara: Milito e Ranocchia vanno vicinissimi al gol del 3-1. E non è un caso. Cinica la squadra di Stramaccioni, splendente nel primo tempo. Roccioso il centrocampo, Gargano inarrestabile, Cambiasso bravo a tamponare. Difesa blindata e ben diretta da Samuel. L’incanesimo di ‘San Siro’ è finito. Giovedì a Baku per l’Europa League, la testa, però, è tutta al derby di domenica prossima. Vero spartiacque di stagione: con questa Inter formato “grande squadra”,  il Milan avrà vita dura, questo è sicuro.

 

Raffaele Amato

Raffaele Amato

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Raffaele Amato

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