INTER, PARLA JONATHAN / MILANO – Oggetto di sfottò, di prese in giro e di frustrazione dalla magior parte dei tifosi interisti. Lui è stato al gioco, un po’ macabro, fino a qualche tempo fa. Fino a quando ha pensato bene di uscire dal guscio, di parlare, ma soprattutto di giocare. Fornendo un’ottima prestazione contro il Tottenham, a dir la verità una delle poche da quando è in Italia, dimostrando di non essere un giocatore inutile alla causa. Lui è Jonathan, un tempo designato erede di Maicon, etichetta a lui mai andata a genio: “Molti danno la colpa alla ‘pressione‘: dicono che all’Inter non sono riuscito a impormi perché ci sono troppe aspettative – ha dichiarato il laterale brasiliano ai microfoni di ‘Sky Sport’ -. Secondo me, è un discorso sbagliato: anche in Brasile ci sono pressioni, e poi se ho fatto bene a Parma perché non potrei qui a Milano”. Concetti condivisibili, in fondo: “La verità è un’altra: io ho bisogno di fiducia per potermi esprimere al meglio. Il mio obiettivo è quello di conquistare un posto in nazionale, di diventare uno dei migliori nel ruolo”.
Progetto personale, ma quello di squadra ha la priorità: “Non sarà facile arrivare terzi, ma noi ci proveremo fino in fondo. E poi mancano ancora tante partite alla conclusione del campionato”. Battuta finale su Cassano, guastatore di spogliatoi ma compagno e amico del verdeamarelo: “Antonio è un ragazzo d’oro, la società ha fatto bene a puntare su di lui: è un mattacchione, scherza sempre, per questo va d’accordo con noi brasiliani”, ha concluso Jonathan.
Raffaele Amato
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