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Inter, Leonardo incompatibile con Branca e Moratti

Branca, Leonardo e Moratti (Getty Images)

INTER LEONARDO BRANCA MORATTI / MILANO – In giornata è arrivata la smentita: “Non mi muoverò da Parigi, non ho intenzione di tornare in Italia. Con Massimo Moratti c’è un ottimo rapporto, ma il mio contratto col Paris Saint Germain è a lungo termine e quindi rimarrò qui”. Ma le voci di un possibile retour all’Inter, due stagioni fa guidato dalla panchina, non si spegneranno certo ora, anzi, è facilmente prevedibile che i rumors venuti a galla in questi giorni si faranno assai più insistenti al termine della stagione, dove in casa Inter verrà fatto un bilancio, già in corso, dell’intera annata. Moratti stima Leonardo da sempre, la cosa è reciproca, ma c’è da tener conto anche due fattori che renderebbero alquanto incompatibile il matrimonio in salsa italo-brasiliano. Di matrimonio, parentesi gossippara, ce ne sarà sicuramente uno a breve scadenza tra lo stesso dirigente verdeamarelo e la giornalista Anna Billò.

Leo avrebbe un accordo con gli sceicchi trapiantati a Parigi fino al 2016, dai quali percepirebbe un ricchissimo stipendio, chi dice da 3 milioni netti l’anno, secondo la stampa francese addirittura da 5 milioni. Cifre colossali, visti i tempi di vacche magre, per la famiglia Moratti: questo l’ostacolo principale all’unione romanzesca, e forse molto fantasiosa, tra il numero uno nerazzurro e l’ex braccio operativo ‘missione Brasile’ del Milan.

BRANCA E IL DG FANTASMA – A Leonardo è sempre piaciuto, e ha sempre operato, sul fronte mercato. A Parigi ricopre il ruolo di direttore generale, ma anche quello di direttore sportivo, avendo in pratica messo voce e firme sull’acquisizione di tutti i giocatori arrivati dall’estate 2011 a oggi alla corte di Carlo Ancelotti, anch’egli ingaggiato per sua stessa ferma volontà. L’incarico che svolge a pieno regime sotto la Tour Eiffel non potrebbe ripeterlo all’Inter del d.t. Marco Branca, operativo con mani un po’ legate sulla campagna acquisti-cessioni. L’ex ‘Cigno di Grosseto’ è in realtà il ‘vero’ direttore generale nerazzurro, dato che Marco Fassone, giunto da Napoli l’anno scorso in sostituzione di Ernesto Paolillo, è stato ingaggiato squisitamente per occuparsi del tema-stadio e, in allegato, per promuovere il brand-Inter con l’unico scopo di acquisire nuove entrate grazie al sopraggiungere in società di investitori stranieri; una sorta di ‘mission impossible’. Essendoci Branca, il quale a meno di clamorosi straolgimenti dovrebbe restare al suo posto di comando, il ‘Cristoforo Colombo’ di Niterói – culturalmente preparato, parla cinque lingue, e persona tutta d’un pezzo – avrebbe le ali forzatamente tappate, non potendo muoversi nel campo da lui sempre preferito.

IMMAGINE PRESIDENZIALE – Leonardo, secondo i media nazionali, potrebbe ricoprire nella ‘Beneamata’ il ruolo in cui si disimpegna Galliani nel Milan: ossia quello di direttore generale-amministratore delegato. Ciò potrebbe essere una opportunità per la crescita societaria dell’Inter, ma Moratti, lo dimostrano i fatti avvenuti in questi anni, non ha mai voluto all’interno del club una figura in grado di oscurare la sua immagine presidenziale, un grande e competente dirigente mal digerirebbe le sue intromissioni sulle decisioni riguardanti gli aspetti sportivi della squadra, e l’ultima parola, ad esempio, su chi affidare la panchina interista; al Milan Berlusconi è solito interferire su questioni tattiche (in tal senso il patron nerazzurro è l’opposto), mentre sul mercato spadroneggia Adriano Galliani – certamente con assai meno limiti di ormeggio rispetto a Branca -, al quale son stati stati dati fin dall’inizio ampi poteri sulla costruzione e gestione del parco giocatori. Leonardo a Parigi opera in totale libertà: compra, vende e assume chi vuole lui; gli sceicchi tirano fuori i soldi, si occupano di altro. Lo tengono, diciamo, solo ‘sotto controllo’. All’Inter non potrebbe ottenere tutto questo, né tantomeno avere a disposizione un budget imponente da poter utilizzare per rafforzare la squadra. Solo con un Moratti ‘diverso’ da quello visto finora, e in assenza di Branca, il brasiliano potrebbe davvero essere l’uomo giusto per rilanciare in grande stile il club meneghino. In caso contrario, il provetto parigino andrebbe solo ad aggiungersi ai numerosi galli presenti nel pollaio societario, dove troppe voci – Moratti conferma Stramaccioni, Fassone sullo stesso argomento ‘nicchia’ – crean spesso una gran caciara.

 

Raffaele Amato

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Raffaele Amato

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