INTER ERNESTO PAOLILLO / MILANO – A Bari (dove è nato) e provincia, producono dei vini buonissimi. Alcuni ti fanno letteralmente ubriacare, altri ti trasformano per un po’ – dipende dalla quantità ingerita – in soggetti brilli e giocosi. Ora, non sappiamo se ultimamente Paolillo si sia fatto davvero un giro di troppo nei posti che ha frequentato da bambino e adolescente, però più di una certezza che ciò sia avvenuto ci assale, almeno dopo aver letto le sue esternazioni ai microfoni di ‘Tuttosport’. Opinione personale dell’ex direttore generale nerazzurro, fatto fuori oltre un anno fa da Marco Fassone, tra l’altro espressa burlonamente in estate anche dal paperon degli agenti, mister buone maniere Mino Raiola: “Per ritornare sulla cresta dell’onda, Inter e Milan devono unirsi. La nuova società potrebbe chiamarsi MilanInter“. Che fantasia, vien da dire: “La mia non è una proposta alternativa a quanto è stato deciso da Moratti e Thohir – continua Paolillo – E’ solo un discorso economico, in una città dove entrambe le società hanno intenzione di cambiare governance. Si risolverebbe anche il problema stadio, perché una città come Milano non può averne due. Non ci sarebbero gli spazi”. Via i campanilismi cittadini, a quel paese la rivalità tra cugini. La fine del calcio italiano; business, solo business: “Certo, per eccesso direi che un venti per cento di tifosi volterebbe le spalle al progetto. Per la maglia non ci sarebbero problemi: sarebbe rossonerazzurra“, conclude euforico Paolillo.
R.A.
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