ANALISI INTER / MILANO – Sei gol nelle ultime due partite, una sensazione astratta e concreta di vulnerabilità preoccupante. L’Inter di Mazzarri, da almeno quattro giornate, ovvero dalla gara contro la Fiorentina – vinta ma con tanti “se” e “ma” -, non è più la stessa di quella che aveva cominciato col piede giusto la stagione. E’ impacciata, disattenta, svagata, troppi giocatori tra difesa e centrocampo sonnecchiano e commettono errori banali e spesso decisivi in negativo. C’è un’aria di elettricità sbagliata, un nervosismo che si ripercuote inevitabilmente anche in campo. Ieri, per esempio, i primi minuti di partita sono stati terribili per l’Inter.
L’undici interista si è fatta schiacciare subito da un Torino mai nel recente passato così aggressivo e ‘libero‘ di fare il proprio gioco. Fasce aperte, immobilismo per vie centrali e una serie di palloni buttati chissà dove. Poi man mano è prevalso l’orgoglio e il carattere del gruppo, che ha resistito e tenuto botta all’inferiorità numerica, passando addirittura in vantaggio. Ma non basta. Son saltati alcun equilibri, perdute delle certezze valse a rilanciarsi dopo un campionato concluso al nono posto: i tre gol presi testimoniano tutto ciò.
Mazzarri dovrà ridare tranquillità all’ambiente, e provare ad affidarsi nell’immediato futuro a elementi in grado di dare anche geometrie (Kovacic) e qualità (Belfodil può essere una soluzione) a una squadra per ora prettamente muscolare, che se continua a giocare come negli ultimi match, faticherà assai persino ad arrivare in zona Europa League. A Torino poteva vincerla, ma anche perderla: alla fine l’ha pareggiata (3-3), in una sagra di errori e orrori da ambo le parti. Questa altalena di sensazioni, emozioni e risultati, non si addice a un club come l’Inter, anche se la rosa attuale non è affatto all’altezza delle prime posizioni.
Raffaele Amato
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