“Giovani? Io cerco sempre di valorizzare le risorse dell’azienda, cerco di dare un gioco. L’ho sempre fatto nella mia carriera e non smetterò adesso, poi se arriva qualcosa dal mercato è un altro discorso. Tutti gli allenatori vogliono i calciatori migliori, ma queste cose le decide la società, anche in base ai parametri economici. E poi mi conoscete: io non dico mai alla stampa quello che devo dire al mio presidente, ai direttori sportivi e a chi lavora con me. Se ammetti pubblicamente che un calciatore ti interessa, diventa già più difficile prenderlo”.
“Non so se l’Inter è un punto d’arrivo per la mia carriera, ma sono molto contento perchè vedo in questo un riconoscimento per il lavoro che ho fatto a Napoli. Non pensavo fosse facile essere quarti in classifica a questo punto del campionato, per di più abbiamo giocato a buoni livelli e abbiamo fatto alcune buone gare. Abbiamo perso qualche punto per strada ma può capitare, l’ingenuità fa parte del calcio. Sono contento di tutti i miei ragazzi: da Alvarez a Jonathan per non parlare di Cambiasso, che mi sembra tornato ai livelli dell’Inter che vinceva tutto. Potrei nominare tutti. In più, ora vedo una squadra convinta, che ha un’anima. Dobbiamo ancora evitare qualche calo di concentrazione di troppo, ma siamo giovani, dobbiamo ancora crescere. Ci mancano un pizzico di continuità ed esperienza. Napoli? Io ora penso al Bologna e sono preoccupato perchè i giocatori tornano all’ultimo momento dalle Nazionali. Quando incontreremo il Napoli provate a richiedermelo e vedrete che risponderò”.
A.C.
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