“Passaggio dal Banfield all’Inter? Ero un ragazzo di 21 anni che doveva ancora scoprire e imparare tante cose, e Milano era un’ottima sfida. Stare qui mi ha aiutato a crescere, sia nel calcio che anche come uomo, e il club mi è sempre stato vicino. Dopo 20 intensi anni, posso dire che per me è stata la scelta migliore: l’Inter mi ha dato tutto e io sono orgoglioso di questa squadra fantastica. Provo un amore eterno per tutti: la società, Moratti e la sua famiglia, per non parlare dei tifosi. Hanno avuto un rispetto enorme per me, è stato amore a prima vista ed è cresciuto col passare del tempo: vorrei stare in questa famiglia per sempre, anche dopo il ritiro spero di restare al servizio del club. Tornare dopo l’infortunio è stato incredibile, il mio cuore batteva fortissimo e avevo la pelle d’oca… i tifosi mi hanno fatto un regalo splendido, sarò sempre grato per questo. Quando mi sono infortunato speravo di poter giocare ancora almeno una partita di fronte ai tifosi, a ‘San Siro’, e ce l’ho fatta grazie al lavoro e al sostegno di tutti. Gli applausi dei tifosi avversari? Mi rendono molto orgoglioso, non c’è cosa più bella del ricevere il rispetto dei tifosi nonostante la rivalità sportiva. Il calcio è uno sport magnifico anche per questo”.
Chiusura dedicata alle sue condizioni fisiche: “Se mi sento vecchio? No, non ancora, ma poi sono cose che ognuno valuta da sè. Dipende tutto da come gestisci la cosa: se sei contento di quello che sei, diventa molto facile dare il massimo”.
Alessandro Caltabiano
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