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Inter, Hernanes: “Voglio lasciare il segno. Torniano in Europa per vincere. Sulla Roma…”

Hernanes (Getty Images)

INTER HERNANES ROMA MAZZARRI / MILANO – Recuperato in extremis per quello che fino a poco tempo fa era il suo derby, Hernanes ha concesso una lunga intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’ in cui ha toccato diversi argomenti, a partire dalla sua scelta di trasferirsi all’Inter: “Penso che al mondo ci siano 9-10 top club e che l’Inter sia uno di questi: mi ha sempre dato la sensazione di essere una grande squadra e esserci arrivato significa poter contribuire a farla tornare grande. Inter Hernanes-dipendente? Dopo due partite mi sembra un po’ troppo, no? A me non piace sentirmi determinante, ma importante per quello che posso dare in campo e anche fuori dal campo: non conta solo quello che fai con un pallone fra i piedi. Posso essere importante perché sono arrivato qui nel pieno della maturità, forse nel miglior momento della mia carriera e con una voglia incredibile di fare cose che lascino un segno“.

MAZZARRI – “Non dà mai nulla per scontato. E quando andiamo a giocare, sappiamo tutto dell’avversaria e di quello che ognuno di noi deve fare”.

RUOLO – “Mi piace giocare mezzala perché amo anche rientrare, provare a rubare palla, aiutare la squadra, essere sempre in movimento e anche attaccare arrivando da dietro, per trovare più libertà di tiro. Da trequartista capita dover aspettare la palla che arriva, da regista basso sei troppo lontano dalla porta”.

INFORTUNIO – “In realtà è un problemino che risale alle ultime partite con la Lazio. E’ vero che ho la soglia del dolore alta, ma fermarmi e non giocare Inter-Cagliari è stata una scelta di prudenza giusta. Ora invece sto meglio, negli ultimi due giorni ho fatto tutto con la squadra, compresi tiri e partitella. E comunque, anche quando mi sono allenato a parte, ho sempre continuato a correre: così non ho perso la condizione. Per dare un contributo non bisogna per forza giocare dall’inizio: possono bastare anche meno di 90 minuti”.

ROMA – “Di sicuro non mi aspettavo che partisse con dieci vittorie di fila, soprattutto dopo la botta della finale di Coppa Italia persa. Poi si è capito che non è stata una risposta a quella delusione, ma il frutto di tanta qualità: è per quello che stanno durando anche dopo la partenza sparata. Dovremo giocare come loro: ritmo, pressing alto in fase di non possesso e grande attenzione a non sbagliare in uscita: ogni errore può essere un loro contropiede e in contropiede la Roma fa male. Per me non può non essere ancora un’avversaria speciale, dopo esserlo stata con tanta intensità per tre anni e mezzo. Ma io con i romanisti sono sempre stato in pace, e loro con me: mi chiedevano di fare una foto e poi mi dicevano ‘Ahò, guarda che sò romanista’…”.

RIGORI – “E’ strano che non ne abbiano mai dati a favore, anche perché ho visto diverse partite dell’Inter e non mi pare che non arrivasse mai dentro l’area avversaria”.

OBIETTIVO – “Tornare in Europa conta di più, ma è un traguardo che va costruito. E il mattone di una buona partita all’Olimpico’ può essere importante. Spero che, anche grazie a me, l’Inter ricominci a raccogliere: vittorie”.

NAZIONALE – “Credo che un posto per me nella Seleçao alla fine ci sarà. Non ho scelto l’Inter per questo, ma l’Inter potrà aiutarmi: non mi sono messo in gioco a caso, cercando qualcosa di diverso rispetto a quello che avevo già”.

Maurizio

Sono nato nel 1982, da sempre appassionato al calcio, praticato e raccontato in tutte le sue forme: da giocatore e da arbitro in campo, da giornalista sin dal 2009. Numeri, curiosità, retroscena e non solo del calciomercato mi hanno portato a fare della passione una professione.

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