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Inter, Thohir: “Zanetti in società. Crediamo in Mazzarri e sull’ingresso di nuovi soci…”

Erick Thohir

INTER THOHIR / MILANO – A margine dell’assemblea dei soci, Thohir ha tenuto una conferenza stampa insieme al direttore generale Fassone: “La nostra società ricalca il modello di altri club che lavorano nel campo dei media e dello sport – le prime parole del presidente dell’Inter, come riporta il profilo twitter ufficiale del club -. Abbiamo una nuova persona che si occupa della biglietteria (Luca Innocenti, ndr), importante per l’aumento del fatturato in questo senso. Per noi è importante avere una squadra di alto livello ma anche avere un management di alto livello. Vogliamo promuovere il brand Inter a livello internazionale, svilupperemo ancora il nostro settore marketing. Sarà importante sviluppare anche il settore media, il sito web e i social media. Fattori per noi rilevanti”.

Futuro Zanetti e squadra: “L’ho incontrato, potrà avere una parte importante nel club. Sta studiando management e inglese. Rivisioneremo la situazione di tutti, alla fine di queste tre partite valuteremo tutto per la prossima stagione. A gennaio abbiamo preso Hernanes per bilanciare il gioco, e D’Ambrosio per sviluppare la manovra anche sulle fasce”. Ausilio avrebbe già in mente i nomi per rilanciare l’Inter con ambizioni da Champions, ma “io parlo di giocatori solo quando sono sotto contratto, anche se sarebbe affascinante avere in squadra nomi importanti. Per l’anno prossimo dovremo avere giocatori pronti, visto che ci saranno tre competizioni da affrontare e la rosa deve essere completa. Per ora in attacco abbiamo solo Palacio e Icardi: il contratto di Milito è in scadenza, però dobbiamo parlare con lui”.

Thohir ripartirà da Mazzarri e da una strategia ‘internazionale’: “Ci troviamo bene con lui e non credo che cambiare frequentemente allenatore sia una cosa positiva. Per ottenere dei grandi risultati bisogna avere la stessa visione con direttore sportivo, management e giocatori – prosegue il patron dell’Inter -. Già ora prendiamo decisioni a livello collettivo, anche con gli sponsor per sviluppare i mercati a livello globale. In Asia ci sono quasi 120 milioni di tifosi interisti, l’Inter è molto conosciuta, primo tra tutti Nagatomo. In questo senso abbiamo preso anche Vidic, che vediamo come strumento di marketing molto importante. Lo stesso dicasi per il Brasile, mercato di valore per quanto concerne gli sponsor: anche per questo è stato acquistato Hernanes…”. Vero che il suo Dc United ingaggerà Del Piero? “Non lo so, ma da proprietario sarei il primo a saperlo”, risponde Thohir che poi svela di cosa si sia discusso in assemblea: “Abbiamo parlato della nuova media company“.

Thohir su ristrutturazione del club e rifinanziamento del debito: “Adesso ci saranno due società: il fatturato dell’Inter nascerà da ticket, merchandising ed eventi; quello della nuova media company, invece, da diritti televisivi e sponsor. Alle banche è piaciuto il nostro business plan. Punterò a un bilanciamento tra costi e ricavi, ispirandomi a club come il Real Madrid, che strutturano il proprio budget anche attraverso una sana gestione del monte stipendi, che non deve superare il cinquanta per cento degli introiti. Voglio un’Inter globale, stiamo pianificando un tour negli Stati Uniti e in Asia. Ci vorranno due-tre anni per tornare a grandi livelli. La finale di Champions League a Milano nel 2016? Spero di esserci ma tutto dipende da come si svilupperano le prossime due stagioni. Purtroppo adesso in Italia non ci si può permettere di avere giocatori top come Bale, questo non vale solo per l’Inter. Per questo è importante un cambio di rotta della Serie A: bisognerà discutere con la Lega per gli orari delle partite, per migliorare la situazione del nostro calcio. Per il mio progetto non cerco nuovi soci – aggiunge Thohir -, ora sono già in correlazione con la famiglia Moratti e Soetedjo. Abbiamo un piano di finanziamento a livello globale che sarà spalmato su cinque anni, in modo da permettere al management di ottenere dei risultati con maggiore facilità. Il nostro modello di businees è simile a quello della Roma, che però è parzialmente in mano alle banche (come sottolineato in chiusura da Fassone, ndr)”.

 

Raffaele Amato

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Raffaele Amato

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