INTER DODO’ / MILANO – Per diventare un calciatore tosto forse “conta molto quel che hai passato, come rompersi il crociato a 19 anni e doversi tirare su”. Lo ha detto Dodò ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’. Dopo aver giocato e segnato contro lo Stjarnan (0-3) nell’andata del preliminare di Europa League, il laterale brasiliano è diventato a tutti gli effetti un giocatore dell’Inter, visto che l’affare con la Roma (inizialmente in prestito biennale), prevedeva il riscatto obbligatorio (per circa 7,5 milioni, pagabili in tre anni) una volta disputata una partita ufficiale in maglia nerazzurra: “Non sono rimasto nella Capitale perché la società giallorossa ha fatto altre scelte. Ma Garcia credeva in me… Adesso con mister Mazzarri sto imparando a entrare in area di rigore (vedi il gol in Islanda), prima non ci ero abituato”. L’Inter nel suo destino: “Sai chi c’era allo stadio quando, tre anni fa, mi ruppi il crociato nel match fra Internacional e Bahia? Ausilio. Era in tribuna al fianco di Juan Jesus, che sarebbe poi venuto in nerazzurro nel mese di gennaio. Già allora l’Inter mi stava seguendo, era destino il fatto che prima o poi sarei venuto qui. Ora ho due sogni: portare in alto i colori nerazzurri, ma non parliamo di scudetto, e conquistare la Nazionale verdeamarelo”, chiosa Dodò.
R.A.
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