INTER ZENGA / GENOVA – Walter Zenga e l’Inter non si lasciarono per niente bene nell’estate del 1994, quando lo storico portiere nerazzurro venne ceduto alla Sampdoria (a sua insaputa) nell’ambito della trattativa che vide Pagliuca compiere il percorso inverso: “Come potrei scordare quell’estate, è stato uno dei primi esempi della falsità del mondo del calcio. Dopo tanti anni di Inter, che reputavo casa mia, mi comunicò il trasferimento solo Mancini in una telefonata. Né il mio presidente Pellegrini nè l’allenatore Bianchi. Tra l’altro successe a tre giorni dalla finale di Coppa Uefa (vinta battendo il Salisburgo, ndr). Mondo spietato il calcio – spiega con amarezza, al ‘Secolo XIX’, il vecchio ‘uomo ragno’ che da quando indossa i panni dell’allenatore sogna, invanamente, il grande ritorno in nerazzurro -. Mancini a Genova lo riprenderebbero anche ieri, non per lamentarmi ma è quello che non succederà mai a me all’Inter. Eppure io mi riconosco una certa bravura in panchina, mi tengo stretto il miglior complimento che mi fece Mourinho quando disse ‘Zenga è uno dei pochi che sa come si allena e gestisce una squadra’. Dopo tre anonime esperienze in Arabia, adesso il 54enne è senza squadra: in Serie A ha guidato Catania (una salvezza) e Palermo (fu esonerato dopo appena cinque mesi) mentre con Dinamo Bucarest e Stella Rossa è riuscito a conquistare due titoli nazionali.
Raffaele Amato
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