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Inter-Cagliari, Ranocchia: “Corsa scudetto aperta. Rinnovo? Tra 10 giorni”

Andrea Ranocchia

INTER-CAGLIARI CONFERENZA RANOCCHIA DIRETTA / MILANO – Come già successo sabato scorso, Walter Mazzarri ha deciso di disertare la conferenza stampa della vigilia contro il Cagliari. Al suo posto di fronte ai giornalisti ci sarà il capitano dell’Inter Andrea Ranocchia. Ecco le sue parole riportate in tempo reale per Voi da Interlive.it:

“E’ una partita difficile come tutte: il campionato quest’anno è molto equilibrato. Le squadre di mister Zeman ci mettono un po’ ad ingranare, quindi dobbiamo stare attenti. Ma stiamo bene e dobbiamo continuare a dimostrarlo. Sarà una partita dura, loro davanti hanno molta qualità. Medel decisivo davanti alla difesa? La solidità difensiva parte dalle punte e arriva al portiere: se tutti ci diamo una mano dall’inizio alla fine è più facile. Lui e M’Vila sono importanti perché schermano molto, ma il merito è di tutti. Problemi in casa lo scorso anno? San Siro è casa nostra e non ci incute timore, anzi deve incuterlo ai nostri avversari. In estate ho nominato lo scudetto: per un giocatore dell’Inter è normale. Siamo partiti bene, ma non conta niente se non la prossima partita. Dal magazziniere al cuoco al presidente tutti lavorano per mettere in condizione la squadra di scendere sempre in campo per vincere. Vidic ha fatto un errore col Palermo dopo la conferenza stampa? Sì, ma non sono scaramantico e non credo che Mazzarri mi manderà in panchina per evitare che ricapiti, anche se forse lui un po’ scaramantico lo è – sorride Ranocchia – Hernanes non più titolare? E’ un bene, perché all’Inter non devono esserci intoccabili, ma deve giocare sempre chi sta meglio. Il Profeta è importante per noi e lo ha dimostrato segnando un gran gol su punizione quando è entrato con l’Atalanta. Penso che possiamo giocarcela con tutti, la continuità delle prestazioni deve far la differenza rispetto all’anno scorso: anche se poi può esserci una partita in cui la palla non vuole entrare. Non credo che ci siano già due squadre in fuga per lo scudetto, mancano 34 giornate… Normale che la Juve sia favorita, ma noi dobbiamo avere la fama per cercare di raggiungerli. La strada è lunghissima, ma abbiamo le qualità tecniche e morali per farlo. Non è facile affrontare Zeman: le sue squadre attaccano in 6-7 giocatori. La Nazionale è una conseguenza di quello che si fa nel club: se non facessi bene qui, mister Conte difficilmente mi premierebbe con la convocazione. L’anno scorso ci sono stati tanti cambiamenti, soprattutto a livello societario. Mazzarri quest’anno è partito molto carico sin dal primo giorno di ritiro per inculcarci le sue idee e i risultati si vedono: da quando sono qui non mi era mai capitato di prendere così pochi gol avendo il miglior attacco. Abbiamo giocatori di qualità in tutti i reparti e creiamo 5-6 occasioni limpide in ogni partita tra pali e gol annullati, tranne forse la prima a Torino. Abbiamo tre grandi attaccanti come Palacio, Icardi e Osvaldo: difficile dire chi sia più duro da marcare, per fortuna giocano in squadra con me. In passato si diceva che Mazzarri non facesse giocare i giovani, invece da Icardi a Kovacic, passando per me e Nagatomo che siamo comunque sotto i 30 anni, stiamo creando un giusto mix che può guardare anche al futuro. Oggi sono contento di stare all’Inter, in passato ho vissuto momenti difficili, ma le sconfitte e le delusioni ti fanno maturare. Rinnovo del contratto? Penso tra 10 giorni, dobbiamo solo risolvere qualcosa sui diritti d’immagini. Non ho altri pensieri in testa: firmerò per tanti anni e poi magari ne firmerò un altro fino a fine carriera. Napoli in difficoltà? Sono passate solo quattro giornate, comunque io non firmo per il terzo posto: firmo solo per vincere contro il Cagliari. La fascia di capitano non mi pesa, anzi è un onore: mi sto ancora adattando. Ho più responsabilità e più ruoli, ma in 4 anni qui ho vissuto tutto quello che poteva capitare nel mondo del calcio e sono pronto, anche se devo migliorare da qui a fine carriera”.

Maurizio Russo

Maurizio

Sono nato nel 1982, da sempre appassionato al calcio, praticato e raccontato in tutte le sue forme: da giocatore e da arbitro in campo, da giornalista sin dal 2009. Numeri, curiosità, retroscena e non solo del calciomercato mi hanno portato a fare della passione una professione.

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