INTER MANCINI / MILANO – Prima del derby nessuno si aspettava un esonero di Mazzarri (che ha pagato i suo errori tattici e di comunicazione, l’antipatia della piazza ha poi chiuso il cerchio), però Thohir (molto ‘attento’ agli umori dei tifosi: dal licenziamento di Branca allo scambio Guarin-Vucinic fatto saltare, passando per l’acquisto di Hernanes e la scelta di ieri…) ha preso l’allenatore migliore disponibile sul mercato. Mancini ha dimostrato di essere un uomo coraggioso (con una ‘grande macchia’ che scopriremo prossimamente) nell’accettare un incarico certamente affascinante e prestigioso, ma anzitutto molto rischioso. Questa è un’Inter lontanissima dalle grandezze del passato (e da quella da lui allenata dal 2004 al 2008), e non immediatamente migliorabile. L’unica fortuna è che gioca in un campionato mediocre, quindi il terzo posto – con il Napoli sempre favorito, non solo per la posizione in classifica – resta un obiettivo raggiungibile se a Mancini (ma il discorso vale anche per obiettivi più importanti e per la sua sopravvivenza ad Appiano), uno dei migliori al mondo nel ‘costruire’ una squadra, verranno presi i giocatori giusti, spesso costosi (mica si può vincere con quelli scarsi) ma sempre funzionali alla sua idea di calcio. Il suo arrivo, con l’arrivo di Zenga o altri avremmo detto il contrario, riaccende soprattutto la speranza dei tifosi di rivedere al più presto una campagna acquisti decorosa, al netto del Fair Play Finanziario, da Inter con concrete ambizioni di tornare ai vertici.
Raffaele Amato
@RaffaeleAmato9
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