INTER BOLINGBROKE / MILANO – Il vero uomo-società dell’Inter è Michael Bolingbroke. Il manager inglese, che la scorsa estate ha lasciato il Manchester United per accettare la chiamata di Thohir, il quale lo ha voluto in nerazzurro per ricoprire il delicato ruolo di Chief Executive Officer – tradotto in italiano: amministratore delegato – ha definitivamente tolto di scena Marco Fassone, che da mesi – tanto più dopo l’esonero di Mazzarri, da lui sempre ‘difeso’ e per il quale si spese con lo stesso Thohir per fargli rinnovare il contratto fino al 2016: per questo, e non solo, lui che fu scelto da Moratti nel 2012, è destinato all’addio – si rende protagonista solo di interviste in pieno stile Paolillo, ai tempi soprannominato ironicamente ‘l’uomo delle percentuali’… Tornando a Bolingbroke, non particolarmente simpatico all’ex patron dopo la sua uscita (peraltro inattaccabile) circa le colpe della vecchia gestione sui conti disastrati dell’Inter: oltre ad essere il nuovo ‘simbolo’ del club, almeno sotto il profilo dirigenziale, adesso è entrato anche nel CdA al posto di Thomas Shreve. Il nuovo Consiglio d’Amministrazione del club nerazzurro è così composto: Erick Thohir, Handy Soetedjo, Michael Bolingbroke, Nicola Volpi e Grant Ferguson a rappresentanza del pacchetto di maggioranza; Alberto Manzonetto, Carlo D’Urso, Gerardo Braggiotti di quello di minoranza (il 29,5%) in mano a Moratti.
Raffaele Amato
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