INTER PODOLSKI / MILANO – Parlare dopo sarebbe troppo facile, quindi senza nasconderci dietro al giornalistichese da giacca e cravatta diciamo che Podolski è l’acquisto giusto per questa mediocre Inter. Ovviamente tenendo conto delle scarne possibilità economiche del club di Thohir, che per noi ha preso un giocatore da grande squadra rispetto, per esempio, al Milan con Cerci, il cui cartellino, inoltre, è per metà se non di più di un fondo d’investimento (Doyen Sports o Quality Sports Investments? Cambia poco, dietro c’è sempre il potentissimo affarista Mendes) che già dal prossimo giugno potrà ‘spostarlo’ dove e come vuole senza che il ‘consapevole’ Galliani possa fare alcunché. Tornando a Podolski: al netto di periodo d’ambientamento e una condizione fisica da trovare vista la tanta panchina degli ultimi mesi, l’attaccante tedesco migliorerà l’undici dando possibilità a Mancini di adottare con più insistenza il caro 4-2-3-1, e in generale di fare affidamento (almeno fino a giugno) su un giocatore esperto, vincente (Campione del Mondo a luglio, anche se non da protagonista a differenza di Euro ’08, concluso dietro a Villa nella classifica marcatori, con il successo in finale della Spagna proprio sulla sua Germania) che vede la porta e che sa giocare per la squadra. Un attaccante completo che all’Arsenal non trovava spazio ma che in Italia, cioè in un campionato livellato verso il basso e con molti a fine carriera, potrebbe fare ancora la differenza. Però bisogna dirlo: sempre per motivi tecnici, ovvero per scarso utilizzo, per Podolski si tratta del secondo ‘declassamento‘ in carriera, nel 2009 dal Bayern Monaco all’amato Colonia per circa 10 milioni, nel 2015 dai ‘Gunners’ a un’Inter (che coi tedeschi ha un ottimo feeling) ancora (o in perenne) transizione per meno di 1 milione. Scelte anche di vita che certamente non gli hanno impedito di guadagnare quanto meritato.
Raffaele Amato
Twitter raffaeleamato87
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