INTER SYLVINHO MANCINI / MILANO – L’esperienza in Inghilterra ha reso Mancini un uomo diverso, un allenatore più riflessivo e meno polemico rispetto ai primi anni di carriera, o alla prima avventura in nerazzurro: “Ma sa ancora essere duro – ha detto il suo vice, il brasiliano Sylvinho, a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Ha avuto tre ‘sfoghi’ non male, e diventa matto se non vede miglioramenti. Roberto, però, è un grande insegnante. Ama l’organizzazione, non solo la tattica, e l’intensità“. Quella che, abbinata a una mentalità da grande, sarà necessaria per tornare a competere ai massimi livelli: “All’Inter abbiamo grande qualità, a tutti i livelli. Ora serve una mentalità ‘da Champions‘, ovvero non sbagliare mai. Fra un anno, al massimo due arriveremo a questo risultato – aggiunge Sylvinho, che poi svela un qualche retroscena -. Parlo tanto coi giocatori, più di Mancini, perché in parte mi sento ancora uno di loro. Ma non posso chiaramente sostituirmi al tecnico. Roberto mi voleva già nel 2010, ma io desideravo tornare in Brasile. Poi mi ha richiamato a novembre, dopo l’arrivo all’Inter: sono arrivato subito nonostante il Corinthians pensasse a me come primo allenatore”.
R.A.
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