INTER KONDOGBIA / MILANO – E’ un paradosso: proprio il modulo che a detta di molti lo aiuterebbe a migliorare il suo rendimento, ignorando che a Monaco abbia giocato anche come interno di un centrocampo a tre, rischia di escluderlo. Di escluderlo ancora, visto che già contro la Juventus si è accomodato in panchina. Da acquisto più costoso dell’ultimo mercato (il bilancio dice 31 milioni, ma non considera i bonus), a forse un ‘problema’, da titolare inamovibile nel 4-3-1-2 a riserva nel 4-2-3-1 sul quale Mancini ha detto di voler puntare con decisione. Perché Kondogbia nello schema definito del “futuro” (ma il futuro è adesso, cit.) può giocare – almeno per noi che non abbiamo inventato il calcio – solo nei due di centrocampo (non è il caso di Guarin, che per lo jesino può agire anche da esterno come Brozovic). Cioè dove domenica hanno stazionato con buoni-ottimi risultati Felipe Melo e Medel, considerati dal tecnico giocatori insostituibili. Specie il cileno, preferito anche a Ranocchia in difesa quando sono venuti a mancare a turno Miranda e Murillo. Ma queste considerazioni possono essere valide o finire qua, non avere seguito se Mancini tornerà al 4-3-1-2 (o 4-3-3) già sabato sera contro il Palermo. Cosa non impossibile.
Raffaele Amato
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