INTER BOLINGBROKE / MILANO – Bolingbroke si augura per l’Inter, di cui è amministratore delegato, una presenza fissa in Champions League, fondamentale per accrescere ambizioni, obiettivi e marchio dei club – a prescindere dal piazzamento in campionato, attraverso una specie di ‘wild card’: “La distribuzione del reddito tv qui si basa sulle prestazioni, non solo nel corso dell’ultimo anno, ma degli ultimi cinque e degli ultimi 50. C’è un sistema meritocratico. Ci sono club che non hanno partecipato alle competizioni di cui hanno bisogno. Molti di questi club hanno un enorme fan base, che traina la Uefa e le entrate. La domanda ora è: c’è bisogno di trovare un equilibrio tra tutto questo e tra i club che hanno ottenuto buoni risultati negli ultimi 12 mesi? Le conversazioni che abbiamo avuto con la Uefa indicano che loro hanno compreso appieno le nostre preoccupazioni e che stanno per affrontarle – le sue parole alla ‘BBC’ riportate da ‘sportmediaset’ -. Siamo tra le migliori dieci al mondo e costruiti su un patrimonio straordinario. Ci sono club con tanti tifosi che trainano la Uefa ma non giocano la Champions. Serve equilibrio”.
Per ritrovare competitività, spiega il CEO nerazzurro, sarebbe importante per l’Inter avere uno stadio di proprietà, o comunque acquisire in toto la gestione di ‘San Siro’: “Nel Regno Unito, la maggior parte degli stadi sono di proprietà dei club, quindi se il proprietario vuole investire nell’impianto, può farlo. In Italia è un po’ diverso. La maggior parte degli stadi sono di proprietà di enti locali, quindi hanno bisogno di vedere il piano business per operare una ristrutturazione. Questo rende tutto più complicato. L’economia italiana ha attraversato momenti difficili negli ultimi anni, così il denaro è stato destinato in altri settori. Ma è risaputo che siano necessari degli investimenti. Come Lega dobbiamo dare la priorità a questo tema“.
R.A.
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