INTER THOHIR SUNING / MILANO – Inter, cosa lascia Thohir? Sicuramente una società più strutturata, perlomeno non soggetta come in passato a favori e beghe famigliari. E poi Mancini, non il migliore allenatore al mondo ma sicuramente l’ideale – perfetto se il Suning decidesse tra questa estate e gennaio di investire in modo concreto sul mercato – per la costruzione di una squadra competitiva e vincente quantomeno nel futuro prossimo. Poi basta. Lascia soprattutto un’Inter ancora più indebitata rispetto a quando gliela aveva ceduta Moratti: con la differenza che prima i debiti erano a carico del petroliere, oggi a carico della stessa società. Vien da dire che così son capaci tutti di fare impresa. In due anni e mezzo Thohir è sembrato molto spesso proprio Moratti, ma quello del post-Triplete: pochi e assai discutibili investimenti, scelte illogiche e tante promesse non mantenute. Una pochezza a tratti disarmante. Sono stati due anni e mezzo mediocri, con poco i cinesi potranno farceli dimenticare.
Raffaele Amato
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