INTER MANCINI SUNING MERCATO / MILANO – E’ finita la seconda avventura di Roberto Mancini sulla panchina dell’Inter. Resta solo da capire quando in maniera ufficiale: se nel bel mezzo della tournée negli Stati Uniti, o a stagione in corso oppure, nella migliore delle ipotesi, nel giugno 2017. Oltre comunque non si andrà. E’ fin troppo evidente la spaccatura tra il tecnico e la nuova proprietà che, bisogna dirlo, in questa prima fase da azionista di maggioranza del club nerazzurro si sta muovendo con lentezza e confusione, come una dilettante allo sbaraglio. Eppure bastava seguire una strada, quella indirizzata proprio da Mancini, che di sicuro di calcio e di come si modellano squadre vincenti ne sa più di tutti nell’ambiente nerazzurro e non solo, certamente più di Zhang Jindong e la sua corte: all’attuale Inter, dove ci sono già talenti di ottima-grande prospettiva, servivano e servirebbero due-tre calciatori forti e pronti subito per fare davvero e nell’immediato il tanto atteso salto di qualità, per mettersi subito alla pari se non più su di Roma e Napoli (senza Higuain) sperando di accorciare, anche se di poco, il divario – ora assai più ampio dell’anno scorso – con la Juventus, che resta e deve restare un punto di riferimento e valutazione. Così non è stato e non sarà, con il rischio di buttare un altro anno sempre più concreto.
Raffaele Amato
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