INTER MAZZARRI / LONDRA (Inghilterra) – A ‘Tiki Taka’ Walter Mazzarri è tornato a parlare in modo critico della sua avventura sulla panchina dell’Inter, culminata con l’esonero – il primo della sua carriera – nel novembre di due anni fa: “Nel mio secondo anno c’è stato un cambio importante di proprietà e non sempre si è pensato a proteggere il lavoro dell’allenatore – le parole dell’attuale tecnico del Watford riportate da ‘calciomercato.it’ -. Non potevo dire tante cose apertamente perché dovevo proteggere la situazione in cui si lavora. Bisognerebbe poi far capire ai tifosi che il solo blasone di un club non basta per competere per lo scudetto, è necessaria una rosa di un certo livello. Questa è una equazione che non era ben chiara quando c’ero io a Milano. Poi la gente, col tempo, ha capito”.
“Se guardate la campagna acquisti fatta dopo di me c’erano potenzialità importanti. Il mercato lo deve fare ds e allenatore e se si cambiano allenatori si prendono giocatori buoni, ma magari arriva un allenatore e ne vuole altri – ha sottolineato Mazzarri -. Rimpianti per giocatori che non mi hanno preso? Ce ne sono tanti… Guardate Kolarov, Luiz Gustavo, ma anche lo stesso Rolando che avevo creato io e che non abbiamo potuto neanche confermare. Avevo chiesto Lamela ma non si poteva prendere. Chiaro che non si può andare in sala stampa a chiedere otto giocatori, altrimenti ti metti contro la società. Quando firmi per un club bisogna rispettarlo. Errori commessi? Quando si va in certi club non bisogna essere troppo signori. Bisogna andare davanti alla dirigenza e chiedere i giocatori ‘altrimenti siamo da sesto posto’. Purtroppo questo non fa parte della mia professionalità”, ha concluso.
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