ANALISI CALCIOMERCATO INTER / Il calciomercato di gennaio dell’Inter è stato come l’ultimo estivo, gravemente insufficiente. Lisandro Lopez, scarto del Benfica, e Rafinha che negli ultimi due anni a Barcellona è stato falcidiato da infortuni ed è per giunta stato preso a gennaio inoltrato, non danno alcuna garanzia in ottica Champions e sono da verificare nel campionato di Serie A a loro sconosciuto. Sarebbero serviti giocatori più pronti, come ha fatto intendere un furibondo Spalletti, anche in ruoli diversi che sono rimasti scoperti: un centrocampista, un esterno e pure un attaccante, vice Icardi o meno. In uscita i ben tre direttori son riusciti a cedere solo in prestito, con la speranza che… Questa finestra invernale certifica comunque l’assenza di una programmazione tecnica e di una struttura dirigenziale di livello, tutta inadatta e asservita al padrone Suning che ha ormai una linea chiara: spendere il meno possibile – la vicenda Pastore è emblematica di tutto – con la ‘scusa’ del Fair Play Finanziario. Un linea comune a quella della Roma di Pallotta, per non parlare del Milan, e soprattutto a quella adottata dal predecessore Thohir, incredibilmente – ma forse non troppo – ancora presidente e che non potrà certo consentire all’Inter di tornare a vincere. Un obbligo per un club così importante oggi diventato utopia. La soluzione, a cui magari sta pensando lo stesso Zhang, sarebbe un altro passaggio di proprietà, solo che alla porta non c’è la fila di potenziali compratori…
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