Analisi sull’Inter e su Antonio Conte all’indomani del ko col Real Madrid in Champions
Il Real ha battuto l’Inter semplicemente perché è più forte, perché partite così decisive è difficile che le sbagli. E’ evidente, però, che quella che stiamo vedendo non è un’Inter in grado di fare tanta strada. Squadra troppo fragile, già 15 gol incassati tra campionato e Champions, e spesso inconcludente, senza intensità, concentrazione e quel furore della passata stagione. In più stanno mancando i nuovi acquisti, su tutti Vidal (ieri sera imbarazzante) ma anche il decantato Hakimi dopo l’exploit iniziale. Per non parlare di Kolarov: triste dirlo, un giocatore finito. Sta mancando anche, se non soprattutto Conte, passato da allenatore condottiero che fa la differenza ad allenatore ‘maestro’, che intravede miglioramenti (ma ci crede davvero?) pure quando retrocedi all’ultimo posto del girone o pareggi in casa col modesto Parma. Conte non è finito all’Inter, nel senso che a meno di cataclismi concluderà l’annata sulla panchina nerazzurra visto che Suning non ha voglia di buttare altri soldi, ma è senz’altro finito il Conte che abbiamo conosciuto e apprezzato, pur avendo grossi limiti, fino ad alcuni mesi fa, con gli effetti tangibili sul campo.
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