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Inter, da Skriniar a Eriksen | Conte e i preconcetti degli altri

E’ da undici anni, dalla stagione del Triplete, che l’Inter non si trovava in testa alla classifica nel girone di ritorno. Da Skriniar a Eriksen, i meriti di un Conte che non fa prigionieri

Conte esulta coi suoi giocatori dopo il 3-1 di Lukaku alla Lazio (Getty Images)

E’ da undici anni, dalla stagione del Triplete, che l’Inter non si trovava in testa alla classifica nel girone di ritorno. Un traguardo che può valere poco o tanto in chiave Scudetto, ma che sicuramente evidenzia di nuovo la capacità di Antonio Conte di tenere in piedi una baracca nonostante le tante avversità. Ovvero una proprietà inesistente a caccia di un compratore, stipendi non pagati e diverse cose annesse che possono senz’altro rischiare di destabilizzare, mandare in malora una stagione intera. Con un altro allenatore, meno bravo ed esperto, proprio questo sarebbe successo… Invece l’Inter è più in alto di tutti in campionato, tornata ad essere trascinata da Lukaku che rimane il giocatore più importante e insostituibile, ma a spiccare sono pure due che solo offerte non all’altezza hanno fatto sì che proseguisse la loro avventura in nerazzurro: parliamo di Skriniar ed Eriksen.

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Il rilancio di entrambi, in particolare quello dello slovacco, è la dimostrazione che Conte non ha preconcetti come in molti hanno sostenuto, che non fa prigionieri. L’anno scorso Skriniar è stato spesso inguardabile sul piano tattico ma anche atletico e giustamente il tecnico lo ha spedito fuori dai titolari.

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In procinto di andar via, l’ex Sampdoria è poi riuscito ad entrare nei meccanismi della difesa a tre, diventando un titolarissimo al pari di de Vrij e Bastoni. Eriksen non è certo il suo prototipo di giocatore, però anche le sue esclusioni non sono mai state figlie di ciò, bensì di sue carenze sotto l’aspetto tattico e fisico nonché di una determinazione che a centrocampo è necessario avere. Adesso è un mezzo titolare, molto più forse di un Vidal ‘pupillo’ di Conte solo però se fa il Vidal. Infatti quando non lo ha fatto, spesso e volentieri fin qui, è stato messo fuori (altro che intoccabile… Un preconcetto pure nostro) con aspre critiche, per usare un eufemismo, dello stesso Conte.

Raffaele Amato

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Raffaele Amato

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