José Mourinho torna in Italia e questa volta approda alla Roma. In tanti si sono espressi, probabilmente in troppi. E l’irriconoscenza dilaga
José Mourinho torna in Italia, questa volta nelle vesti di allenatore della Roma. Avete capito bene, proprio lui. L’uomo che, nel 2010, ha condotto l’Inter verso la sua più grande impresa: il Triplete. Ce lo ricordiamo tutti, no? I successi proprio sulla Roma e soprattutto la finale di Madrid che, grazie ad un secco 2-0 sul Bayern Monaco, ha reso i nerazzurri Campioni d’Europa per la terza volta. Ce lo ricordiamo tutti, sì. O, per meglio dire, ce lo dovremmo ricordare tutti. Anche se, elle ultime ore, ci sono stati ingrati a valanga. Per tutte le altre news CLICCA QUI.
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José Mourinho alla Roma. Una bomba di non poco conto, sia per i tifosi del club giallorosso, sia per tutto il movimento calcio italiano. E poi, soprattutto per la maggioranza dei tifosi interisti che, per ovvi motivi, sono rimasti decisamente legati all’allenatore icona del 2010. Tuttavia, inspiegabili e ingiustificabili alcuni commenti che ritengono di non dover augurare il meglio al tecnico portoghese. Ma c’è di peggio: chi lo considera un traditore. ma traditore di cosa? Determinate parole, che sanno più di notevole irriconoscenza che altro, non hanno senso di esistere. Mourinho non è interista? Può essere. Prima di tutto, esattamente come Antonio Conte e tanti altri protagonisti del mondo del calcio, è un professionista. E un professionista lavora e cerca di ottenere i risultati più ambiziosi e migliori possibili.
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In secondo luogo, il 2010 e lo Special One non si dimenticano. Non si dimentica Barcellona-Inter 1-0, con il nativo di Setubal che ha iniziato a correre come un pazzo in mezzo al campo, e non si dimenticano nemmeno le mille conferenze stampa un po’ polemiche e un po’ arrogantemente speciali. E, tantomeno, la notte di Madrid targata Diego Milito. Mourinho, che con il suo addio subito dopo la finale di Champions League fece storcere il naso sicuramente a tanti fan, non va per forza amato. Ma ringraziato, rispettato e ricordato sì. Perché il passato va preservato, non sbolognato per un cambio di ‘colori’. E poi, parliamoci chiaro: sentir parlare di tradimento in uno sport in cui girano miliardi di euro, è veramente buffo. L’irriconoscenza totale, invece no; quella non fa ridere per niente.
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