Il ruolo di Lautaro nei meccanismi dell’attacco dell’Inter è variato dopo l’innesto di Dzeko, l’argentino a secco da 5 gare
Superata ampiamente la prima metà di stagione è possibile affermare come Lautaro Martinez non sia più il goleador a cui l’Inter era stata abituata in passato con Lukaku al proprio fianco. Il suo ruolo, seppur identico a prima sulla carta, appare profondamente mutato.
Cruciale in questo cambiamento è stato proprio il passaggio dallo stile di Lukaku, vero centravanti, a quello di Dzeko che al contrario è sempre stato abituato a fungere da perno di raccordo tra la trequarti e l’attacco. Il bosniaco, infatti, tende ad abbassarsi molto in fase di non possesso per poter ricevere nell’immediato il pallone sul cambio di fronte, spalle alla porta. In questo frangente il compagno di reparto argentino resta più alto, o comunque defilato ed isolato. La difficoltà incontrata da Lautaro va ricercata proprio in un’inversione quasi innaturale, se si pensa alle caratteristiche tecniche dei due, del proprio modo di giocare all’interno di quei meccanismi che finora gli hanno garantito una continuità meno vibrante sottorete. Non soltanto come marcatore ma anche in qualità di assistman. Dopo 21 partite giocate ha messo a segno 11 reti e fornito 2 occasioni ai compagni, ma è a digiuno da 5 giornate.
Modificare ancora una volta la struttura tattica dell’attacco dell’Inter per tornare alla situazione originaria significherebbe stravolgere una squadra intera. E non è pure garantito che il risultato possa essere soddisfacente, tanto più in una fase delicata del calendario come quella a cui sta andando incontro in queste settimane. Per forza di cose, quindi, Lautaro è chiamato ad adeguarsi alle circostanze, impersonando con maggiore concentrazione questo ruolo. La voglia non manca, le qualità neppure. S’è visto con la Nazionale.
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