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Correa: “Un giocatore diventa tale quando inizia, quando gioca in strada”

Inter, lunga intervista a Joaquin Correa che ha ripercorso la sa storia calcistica che ha ancora tante pagine da scrivere

Joaquin Correa ©LaPresse

Lunga intervista a Joaquin Correa durante la rubrica ‘Careers’ in onda su InterTv. Queste le sue prime parole: “Da piccolo non so se ero il più bravo a giocare a calcio, ma sicuramente era quello a cui piaceva di più”.

Gli hanno chiesto, come è nato il suo soprannome ‘Tucu’ e lui ha spiegato: “E’ il mio soprannome sin da piccolo, mi piace. Chiamano così tutti quelli che partono da Tucuman e vanno a Buenos Aires, ci sono abituato”.

Gli hanno domandato, quale era il suo ruolo quando era bambino e lui ha ricordato: “Sempre trequartista, ho iniziato lì. Poi cambi, vai di qua e di là, ma è sempre stato quello il mio ruolo“.

Gli hanno fatto notare, che ha avuto la fortuna di condividere il campo con Juan Sebastian Veron e lui ha detto: “E’ stato un giorno bellissimo perché era la mia seconda partita all‘Estudiantes, l’ultima di Sebastian nel suo stadio. E’ stata una festa bellissima, a due minuti dalla fine sono entrato io, la foto di quel momento la tengo a casa. Per me è stato più di un grande giocatore, mi ha insegnato tanto in campo e fuori. E’ stato importantissimo, quando sono venuto all’Inter mi ha fatto i complimenti dicendomi che avevo scelto bene. Ero felicissimo, l’ho ringraziato per quello che ha fatto per me”.

Gli hanno chiesto della sua prima stagione in Italia, a Genova e lui ha risposto: “E’ stato un anno bellissimo alla Samp, ho imparato tantissimo. Ho avuto qualche infortunio, qualche cambiamento nelle modalità di allenamento. Ma ho ricordi belli, compagni come Eto’o che mi hanno aiutato tanto”.

Gli hanno domandato se era già pronto e lui ha spiegato: “Non sai quando sei pronto, io volevo venire a tutti i costi in Europa e poi, piano piano, sono cresciuto e diventato sempre più giocatore. Per me ogni passo è stato importante”.

Non solo Veron, gli hanno fatto notare che ha giocato anche con Samuel Eto’o e lui ha risposto: “E’ stato bellissimo, è stato un giocatore pazzesco anche a fine carriera. Mi dava tanti consigli”.

Gli hanno anche ricordato un episodio poco positivo, il gol sbagliato a porta vuota contro l’Inter e scherzosamente gli hanno chiesto se fece apposta e lui ha detto: “No, no… Fu una giornata bruttissima, ero da solo a Genova. Queste sono le cose che ti fanno imparare, poi sono cose che capitano nel calcio”.

Gli hanno domandato del periodo al Siviglia e della lotta con il Real Madrid e lui ha ricordato: “La mia prima partita contro il Madrid, è stato bello perché facevamo un bel calcio. Abbiamo lottato per la Liga fino all’ultimo mese”.

Gli hanno chiesto se il calcio in Spagna è cambiato e Correa ha dichiarato: “Magari giocavo in un’altra posizione, più da esterno: mi trovavo bene anche lì. In Spagna il calcio è diverso, meno tattico rispetto all’Italia“.

Gli hanno domandato, quanto c’è di istinto e quanto di preparazione, in quello che fa sul terreno di gioco e lui ha risposto: “Tanta preparazione, devi mettere tutto quello che hai. Un giocatore diventa tale quando inizia, quando gioca in strada”.

Gli hanno chiesto di ricordare la prima supercoppa italiana vinta con la Lazio e con Simone Inzaghi e lui ha detto: “Vincemmo in Arabia, è stata una giornata bellissima. Avevamo vinto la Coppa Italia e lottavamo per lo scudetto prima del lockdown, sono ricordi bellissimi. Battemmo la Juve con personalità”.

A proposito del suo allenatore, gli hanno domandato quali consigli gli da e qual è la cosa che lo fa arrabbiare di più e l’attaccante ha risposto: “Mi lascia fare il mio calcio, ma mi dice di stare sul pezzo in fase difensiva. Mi dici di puntare i difensori, fare quello che so fare: mi lascia essere me stesso”.

Gli hanno chiesto come è stato vivere a Roma e il calciatore ha dichiarato: “Mi hanno trattato benissimo, sono stati tre anni che porterò sempre nel cuore. La gente mi ha fatto sentire a casa”.

L’Argentina dopo anni, è tornata a vincere la coppa America e gli hanno domandato di raccontare quell’emozione e lui ha detto: “E’ stato bellissimo, una grandissima cosa perché l’Argentina non vinceva da tanto tempo. Poi vincere in Brasile è stato ancora più bello, siamo stati un gruppo di giocatori forte che ha lottato per un intero Paese. Per noi è stata una delle gioie più grandi, è stato troppo importante“.

Gli hanno chiesto come si trova con il suo compagno e connazionale Lautaro Martinez e lui ha spiegato: “Abbiamo un bellissimo rapporto, l’importante è stare bene insieme: giocare anche con l’Argentina ci aiuterà. Tutti e due vogliamo vincere, andrà tutto bene”.

Gli hanno ricordato la prima volta ad Appiano Gentile e la foto con Javier Zanetti e lui ha risposto: “Ero un ragazzino emozionato quando sono venuto, poi con tanti sforzi, dopo qualche anno, sono arrivato per restarci. Ora sono un uomo con un’esperienza nel calcio, ma questa foto mi fa tenere i piedi per terra perché all’epoca sognavo. Ora che sono qua davvero e lo apprezzo ancora di più”.

Infine, gli hanno domandato se ha chiuso il cerchio, ma il calciatore ha detto: “No, io penso che si possono scrivere tante cose. E’ stato un punto di partenza, un sogno, è bello guardarsi indietro ma sempre pensando al futuro“.

Luigi De Stefani

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