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Dall’attacco al portiere, la crisi dell’Inter è totale: le colpe (anche) di Inzaghi

Viaggio all’interno della crisi dell’Inter, ancora la favorita per lo Scudetto anche se nell’ultimo mese e mezzo ha lanciato segnali allarmanti

Nonostante tutto l’Inter rimane la favorita per lo Scudetto, anche se i segnali lanciati col Sassuolo e più in generale da un mese e mezzo sono a dir poco allarmanti. Escludendo dal discorso la Champions, che fa storia a sé, in questo inizio di 2022 i nerazzurri hanno già perso due volte – ieri e col Milan – vincendo cinque partite di cui tre al di fuori del campionato: contro la Juventus in Supercoppa, in Coppa Italia contro Empoli (vittoria ai supplementari come con i bianconeri) e Roma. Con Lazio e Venezia i due successi in Serie A, ottenuti tra l’altro con enorme fatica e tutti e due per 2-1: coi lagunari, privi di mezza squadra, i tre punti sono addirittura arrivati a tempo scaduto.

Lautaro Martinez ©LaPresse

Con questa analisi un po’ spicciola vogliamo dire che le difficoltà, sintetizzando la crisi dell’Inter parte da lontano. Ed è una crisi fisica e tecnica, fin qui profonda non solo stando ai numeri e che investe tutta la squadra.

PROBLEMA ATTACCO – Quello dell’attacco, precisamente degli attaccanti (perché l’Inter continua a creare tanto) è il problema a nostro avviso più serio, all’apice della crisi poiché si trascina dietro tutti gli altri. I due titolari hanno del tutto smarrito la via del gol, specie Lautaro Martinez ormai a secco con l’Inter da oltre due mesi. Ieri ha sbagliato anche a porta vuota. Difficile capire le ragioni di uno smarrimento così radicato, al di là di quelle tattiche: in questo senso l’affiatamente con Lukaku era di gran lunga migliore di quello con Dzeko, nelle ultime dieci giornate autore di appena 3 reti. Smarrito pure lui, quello il guaio.

Col Sassuolo il bosniaco se n’è mangiati un paio che forse avremmo segnato anche noi. Ha fatto peggio Sanchez, 2 sole marcature, ma il cileno è stato almeno decisivo in Supercoppa e poi ormai gioca in una posizione più arretrata rispetto al passato. Ieri però è stato inguardabile.

PROBLEMA PORTIEREHandanovic è un portiere che non para più, fatto salve alcune volte in cui è comunque stato decisivo in positivo. Però ormai sono episodi sporadici. Il problema del problema è che non puoi sostituirlo, aspettando Onana che comunque nelle ultime apparizioni non ha certo dato una buona immagine di sé. Radu – evidentemente – non è ritenuto all’altezza forse anche a in quanto a personalità.

PROBLEMA EQUILIBRIO E DIFESA – Da gennaio in poi abbiamo visto sempre un’Inter con poco equilibrio, con la tendenza a spaccarsi in due. A centrocampo si è persa un po’ di lucidità, con le alternative non dimostratesi all’altezza. Dietro poi è sorto il problema de Vrij, e Dimarco – eccetto Napoli – ha palesato grandi limiti quando chiamato a sostituire l’insostituibile Bastoni. La sintesi di tutto ciò è che l’Inter prende sempre gol, aspetto preoccupante in chiave scudetto.

Simone Inzaghi ©LaPresse

PROBLEMA INZAGHI E IL CONFRONTO CON CONTE – Se l’Inter sbaglia approccio, dimostrando anche impreparazione tattica oltre che mentale, la colpa è principalmente dell’allenatore. La gara col Sassuolo è stata preparata male, punto, e Inzaghi dovrebbe assumersi le sue responsabilità anziché gettarle tutte addosso alla squadra. Senza dimenticare i cambi sbagliati nel derby e in altre partite dove per sua fortuna l’Inter è riuscita a sfangarla.

La sua, ultimamente, è una cattiva gestione. Appare in confusione, incapace di uscire da questa delicata situazione, anche se a sua discolpa può giustamente utilizzare il calendario che in questo mese e mezzo è stato a dir poco complicato. Un anno fa, tuttavia, l’Inter di Conte era in grossa ascesa lanciata verso lo scudetto, quella di quest’anno involuta nel momento clou della stagione. Con lo scudetto a forte rischio senza una scossa, fisica ma soprattutto mentale.

Raffaele Amato

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Raffaele Amato

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